Smartphone, perché non è più da considerare la fotocamera del futuro

Sin da quando sono arrivati sul mercato i primi smartphone dotati di una fotocamera degna di questo nome ho iniziato a sentire persone che mi dicevano che il futuro della fotografia sarebbe passato proprio per gli smartphone e che questi avrebbero presto sostituito le fotocamere tradizionali. Non sono mai stato sicuro di questa affermazione, non perché avessi un'idea precisa o diversa del futuro, ma perché ogni volta che tanta gente ritiene che il futuro stia prendendo una certa direzione di solito il futuro beffa tutti e ne prende un'altra che in pochi avevano immaginato in precedenza. In fondo basta semplicemente aspettare e poi tutto sarà più chiaro.
Qualche tempo fa, dopo un evento, ero a cena con altri esperti del mondo della fotografia e a un certo punto uno di questi ha detto: “ma avete visto quanti giovani vanno in giro con la macchina fotografica al collo rispetto al passato? Si vedono più fotocamere adesso di 20 anni fa!”. Dopo aver convenuto tutti che in effetti se si passeggia per il centro di Roma è proprio così, ci siamo chiesti a cosa fosse dovuto questo fatto. Ragionandoci sopra, in effetti, qualche anno fa c'è stato un primo innamoramento dei giovani per la fotografia istantanea che ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio. Non più di due o tre anni fa, quando ero uno dei responsabili della rivista Fotografare, scrissi un editoriale di un numero della rivista per dire che la reflex era da considerare tutt'altro che morta. Nonostante non venissero più prodotte rappresentavano ancora le fotocamere più diffuse tra il grande pubblico e ritengo che ancora oggi siano più numerose delle mirrorless, nonostante non vengano più venduti modelli nuovi da qualche anno. Discorso che vale per tutti i produttori tranne Pentax, che però non sposta di molto le percentuali di vendita attualmente. Chi però frequenta i mercati dell'usato sa bene quanti annunci di vendita ci siano per reflex in ottime condizioni e totalmente in grado di soddisfare le esigenze di chi le acquista.

Ma perché tra i giovani dopo la moda della fotografia istantanea e della lomografia sembra stia arrivando quella delle fotocamere tradizionali, siano esse digitali o a pellicola? Iniziamo con lo specificare che le persone a cui faccio riferimento non sono la massa, ma gli appassionati di fotografia che fanno fotografia per il piacere di farla e che la farebbero a prescindere dall'esistenza dei social network. Una nicchia che è sempre esistita e che con il digitale è probabilmente divenuta ancora più importante che in passato, ma che non è comunque da considerare pari alla totalità delle persone e sarebbe un errore grave confonderle. D'altra parte, come diceva il compianto Elliot Erwitt: “tutti abbiamo una penna, ma non tutti siamo poeti”.
È così che girando per la città in questi mesi mi sono imbattuto in tante persone diverse e con qualcuna ho avuto anche l'occasione di scambiare qualche battuta. Ho incontrato, per esempio, un ragazzo con una macchina a pellicola molto datata all'interno della Basilica di San Pietro, probabilmente provava gioia a fotografare in quel modo incurante del micro mosso che si sarebbe quasi sicuramente generato in quelle condizioni di luce anche con una pellicola ad alti ISO; oppure probabilmente voleva sfruttare le caratteristiche di una pellicola ad alti ISO per ottenere e giocare con una grana che con la pellicola ha ancora un suo fascino. Ho incontrato un altro ragazzo che fotografava con una ingombrante bridge dei primi anni 2000 che probabilmente non arrivava a 8 megapixel di risoluzione, una fotocamera che eccetto che per la presenza di uno zoom degno di nota, non era nemmeno paragonabile allo smartphone che aveva in tasca e che però non gli interessava usare. Ho trovato un gruppo di ragazzi in vacanza in cui ognuno usava una fotocamera digitale, che fosse una compatta o una reflex non importava, il cellulare lo usavano solo per orientarsi con Google Maps. Di storie così ne avrei da raccontare molte altre, ma penso che ormai sia chiaro il senso di quello che dico.
I giovani di oggi vengono da un mondo digitale, sono abituati ad avere un telefono per le mani sin da piccoli ed è naturale che abbiano visto nella fotografia istantanea qualcosa di diverso, di più affascinante. Così come è naturale che chi ha sempre avuto uno smartphone per le mani quando si appassiona alla fotografia voglia tra le mani un mezzo diverso, che sia fatto solo ed esclusivamente per quel fine. Che lo aiuti anche solo a pensare di star facendo qualcosa di diverso da quel che ha sempre fatto e per questo le fotocamere tradizionali sono perfette.
Allora per quale utenza lo smartphone è diventata la fotocamera del futuro? Semplice, per gli anziani. Non me ne vogliate, ma dovete considerare che chi ha avuto tra le mani una pesante reflex analogica per anni, digitale per altri anni, ha visto nell'arrivo dei primi smartphone una sorta di passaggio epocale ed è quindi stato quasi scontato che queste persone vedessero proprio negli smartphone un modo comodo ed efficace per fotografare e che abbiano trovato quelle soddisfazioni che un giovane non può trovare nel fotografare con il cellulare.
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