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Immagine del redattoreGianluca Laurentini

La fotografia sarà mai considerata un lavoro dal grande pubblico?


Immaginate una persona che vive di fotografia che si ritrova alla fine di una lunga giornata di lavoro e si vorrebbe solo riposare un po’. Non so come ve la possiate immaginare questa giornata perché una cosa che ho imparato in questi anni è che non esistono due fotografi che vivano il proprio lavoro secondo le medesime regole e con i medesimi impegni, ma vi racconto brevemente com'è andata la mia prima di scrivere questo articolo: ho iniziato con la pianificazione del lavoro della giornata, ho risposto alle mail, ho passato mezza mattinata in riunione con una redazione, dopo un velocissimo pranzo ho intrattenuto uno scambio di mail per concordare un test di un obiettivo, quindi ho passato ore e ore di fronte al PC per smaltire parte del lavoro rimasto indietro e ho cercato di immedesimarmi in un incaricato del recupero crediti per farmi pagare le fatture emesse - l'attività più importante per chiunque abbia la partita iva, non solo per i fotografi - e infine sono uscito a fare un po' di spesa perché bisogna pur cenare. Alla fine, dopo esser tornato a casa stanco, ho acceso la tv per riposarmi un po'. C'era Gerry Scotti su Canale 5 con uno dei soliti giochi TV e dopo pochi minuti il presentatore ha chiesto a una concorrente cosa facesse nella vita e lei ha risposto che è una fotografa. Incuriosito riapro gli occhi e il presentatore le dice: "ma quando avete hobby del genere perché non ci portate a far vedere qualcosa?". Ora, possibile che uno che si muove nell'ambito della fotografia non possa lavorare e abbia semplicemente un hobby? Possibile che la fotografa in questione non abbia risposto al conduttore con un liberatorio: "hobby un cazzo, si tratta di un lavoro"? Il mio dubbio a quel punto è stato che si trattasse di una casalinga fotoamatrice che si è spacciata per fotografa in TV solo perché ha scattato due foto messe in croce in vita sua che hanno avuto 30 like su instagram, un’altra piaga che andrebbe debellata.


Il fatto è che finché la gente continuerà a considerare più naturale che chi fotografa per vivere abbia semplicemente un hobby sembrerà normale alle persone pensare ai fotografi come fricchettoni che campano di visibilità. Purtroppo il fatto che esistano tanti fotoamatori che spesso si vantano delle loro opere invoglierà il grande pubblico a pensare che la fotografia sia sempre e solo un hobby, come se ogni volta che le persone sfogliano una rivista, che guardano un cartellone pubblicitario o che sfogliano una guida di viaggio ecc non si pensasse che dietro ci sia una persona che ha studiato, investito soldi e tempo per arrivare a un livello professionale e che ogni mattina quando si alza sa di dover mettere insieme i soldi per avere un pranzo, una cena e pagare le bollette. Anzi ho l'impressione che nell'immaginario comune il fotografo sia lo zio Gigi con la reflex del 2005 da 6 megapixel con obiettivo in pura plastica che di solito fa le foto alle feste dei bimbi di famiglia mozzandogli teste e piedi dopo averli storditi con il flash.


E finché i fotografi non faranno qualcosa per smentire questa teoria non ne usciremo mai.


Non so se prima o poi si arriverà a una svolta, se in Italia si comincerà a dare a molte professioni, non solo alla fotografia, la dignità che meritano. Rimango piuttosto scettico. Magari ora rispondo alle mail, ci dovesse essere qualcuno che mi offre un lavoro di 10 giorni retribuito in visibilità sui social... A meno che qualcuno di voi non abbia il telefono di Gerry Scotti e sia intenzionato a passarmelo, in quel caso mi potrei sfogare direttamente con lui.


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