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Immagine del redattoreRodolfo Felici

Intervista a Brendan Barry

Aggiornamento: 28 set 2020

Brendan Barry è un fotografo, educatore e costruttore di macchine fotografiche la cui pratica fotografica creativa combina elementi di costruzione, educazione, performance e partecipazione. Ha trasformato in fotocamera praticamente qualsiasi cosa, da un intero piano di un grattacielo a Manhattan ad un ananas.


Com'è nato il tuo amore per la fotografia? A che età hai costruito la tua prima macchina fotografica? Da che ho memoria sono sempre stato interessato alla fotografia, ha sempre avuto senso per me. La combinazione fra la l'aspetto tecnico e le possibilità espressive del mezzo mi ha attratto fin dalla più tenera età e non mi ha mai abbandonato. Come la maggior parte delle persone che studiano fotografia in qualche misura, ho realizzato fotocamere stenopeiche ma non ho costruito la mia prima fotocamera vera e propria, completa di obiettivo, fino a 3 o 4 anni fa. Quando ero piccolo smontavo tutti i miei giocattoli e li ricostruivo in creazioni "alla Frankenstein". Adoravo costruire case sugli alberi e rifugi, perciò costruire da solo la mia macchina fotografica ad un certo punto mi è sembrato la cosa più ovvia da fare.


Potresti parlarci del tuo progetto "shipping container camera"? Come è nata quella che hai definito la "Polaroid più grande, più lenta e meno pratica del mondo" e come funziona? Come è equipaggiata la camera oscura al suo interno? È un'evoluzione della Caravan Camera? La "shipping container camera" è proprio una evoluzione della Caravan Camera. Volevo creare qualcosa che fosse più grande e che potesse contenere più persone, e che fosse al tempo stesso una fotocamera accessibile ai disabili. Il progetto è stato finanziato dall'Arts Council England, per il quale l'ho collocato in un giardino pubblico a Exeter dove vivo e per un periodo di tre settimane ha impegnato e coinvolto un pubblico variegato proveniente da ambienti differenti. Gruppi con esigenze di apprendimento speciali, problemi di udito, problemi di comportamento oppositivo e/o problemi di salute mentale, studenti, accademici e appassionati, nonché altri professionisti creativi e membri della pubblica amministrazione. La fotocamera è alimentata ad energia solare, ha una parete frontale mobile per consentire l'accesso ed ho anche costruito un rudimentale sistema di lavaggio delle stampe all'interno in modo da poter lavare, appendere e asciugare le immagini più velocemente.



Come sposti il contenitore nel luogo in cui prevedi di scattare una foto? Hai bisogno di un camion con una gru per prelevarlo e spostarlo, perciò è impegnativo portarlo in nuovi posti!


Come ti procuri la carta Harman Direct Positive nel grande formato che usi per il tuo lavoro? Immagino sia difficile trovarla in un normale negozio di foto. Lo compri direttamente da Ilford? Sì, la compro da Ilford. È disponibile in tutti i tipi di dimensioni e anche in rotoli giganti con cui ho lavorato molto di recente.


Considerando solo il costo di prodotti chimici e carta, quanto potrebbe costare una stampa 92x112cm nel 2020? Cielo, non lo so! Dovresti scoprire quanto costa un rotolo di carta in quel formato e poi ricavare il costo a partire da lì. Dipende ovviamente dal tipo di carta che stai utilizzando e da quanto paghi il rotolo. I prodotti chimici non sono troppo costosi e se ne consumano solo piccole quantità ogni volta che bisogna riempire le vasche per lo sviluppo.


Quando hai cominciato a pensare che anche un ananas, una zucca o una pagnotta potevano trasformarsi in una macchina fotografica, e perché? Tutto è iniziato con un bidone anni fa. Stavo realizzando fotocamere stenopeiche con i miei studenti al college utilizzando scatole di scarpe ed ho visto il cestino nella camera oscura. Aveva un coperchio proprio come la scatola da scarpe, perciò mi sono reso conto che avrei potuto utilizzarlo allo stesso modo. Dopo di che ho iniziato ad osservare le cose e a pensare "potresti farne una macchina fotografica", e così ho fatto. Non c'è molto da dire su questo temo, e se provo a forzarmi, cioè se provo a pensare a qualcosa da cui ricavare una macchina fotografica, la cosa non mi riesce; avviene sempre in modo spontaneo.



La maggior parte dei fotografi prova una passione viscerale per i propri strumenti di lavoro, forse anche eccessiva a volte. Spesso dimentichiamo che le fotocamere sono principalmente strumenti per la creazione di immagini e si finisce per dare troppa importanza allo strumento. Ho l'impressione che parte della tua ricerca sia mirata proprio a cercare di trascendere lo strumento fotografico, e un'altra parte mira a conoscerlo meglio. Ho ragione? Sì, lo strumento in sé non è la cosa importante, ovviamente è importante come lo usi. Avere una buona macchina fotografica non ti renderà un buon fotografo, allo stesso modo in cui avere una ottima chitarra non ti renderà un buon musicista. Puoi creare immagini sorprendenti con una vecchia point-and-shoot schifosa, e foto terribili con una DSLR top di gamma. Penso che il fulcro della questione stia in cosa uno intende fare e cosa vuole dire/mostrare/raccontare.

La mia auto deve essere grande perché ci porto dentro un sacco di roba, deve essere sicura perché ho un bambino piccolo e deve essere abbastanza economica per i lunghi viaggi. Non mi interessa che aspetto abbia e quanto vada veloce. Una macchina sportiva nuova di zecca non mi serve assolutamente, ma probabilmente alcune persone non toccherebbero la mia auto neppure da lontano con un bastone. Quel che mi interessa è la praticità: se una cosa fa il lavoro che voglio che faccia allora per me è eccezionale, perciò costruisco le mie macchine fotografiche per fare ciò che voglio che facciano.

Il container di spedizione è un buon esempio di questo principio. Doveva essere grande e sicuro, il fatto che sia lento da utilizzare non importa affatto, ma un fotografo sportivo ovviamente non lo userebbe. Un teleobiettivo luminoso è essenziale per la maggior parte dei moderni fotografi sportivi, ma una volta che lo hai e sai come usarlo è solamente ciò che catturi con esso quel importa. Per me inoltre, la creazione della fotocamera fa parte del lavoro ed è importante e valida quanto la creazione stessa dell'immagine, è sicuramente altrettanto divertente e soddisfacente!


Potresti dirci come è nato The Skyscraper Camera Project, quanto tempo ci è voluto per organizzare l'evento e quali difficoltà hai dovuto superare? Le enormi stampe che hai ottenuto sono bellissime. È possibile ammirarle da qualche parte? Un giorno ho ricevuto un'e-mail in cui mi chiedevano se mi interessava trasformare un grattacielo nel centro di Manhattan in una gigantesca macchina fotografica. Quattro o cinque settimane dopo ero su un aereo per New York! Ci sono state innumerevoli sfide da superare. Tutta la mia attrezzatura doveva essere spedita sul posto. Dovevo costruire vasche abbastanza grandi da contenere la carta da utilizzare, riempire un gigantesco lavandino per camera oscura, oscurare uno spazio di 2.500 metri quadrati con 160 finestre e creare supporti per obiettivi personalizzati ed un gigantesto supporto per la carta. Bisognava trovare un modo per lavare, appendere ed asciugare le stampe, nonché di un sistema per realizzare negativi a contatto di quelle dimensioni. Ma tutto questo faceva parte del gioco. Trovare nuove soluzioni ai problemi è uno degli aspetti più interessanti e gratificanti del fatto di lavorare in questo modo. Le stampe sono attualmente in un deposito a New York, ma sto lavorando per recuperarle e farci qualcosa.



La fotografia ti ha permesso di incontrare persone e viaggiare, aprendoti porte inaspettate? Assolutamente. La fotografia è un passaporto da sperimentare. È la cosa che è direttamente responsabile di tutte le mie esperienze creative e professionali più soddisfacenti e gratificanti. Mi ha condotto in tutto il mondo e mi ha fatto conoscere le persone più interessanti. È fondamentalmente una scusa per fare cose fantastiche.


Potresti parlarci di Positive Light Projects? Positive Light Projects è un'organizzazione senza fini di lucro che ho creato e che utilizza la fotografia per coinvolgere e ispirare una vasta gamma di pubblici e comunità, nonché per sviluppare fotografi emergenti e aiutarli a far progredire la loro pratica in modi entusiasmanti e innovativi. Attraverso di essa gestisco la Dartmoor Summer School of Photography e sono in procinto di creare uno spazio di studio guidato da artisti. È un luogo in cui i progetti possono svilupparsi ed un'altra scusa per fare cose fantastiche!


Cosa ti affascina della fotografia di grande formato e della carta Direct Positive? Hai mai pensato di utilizzare fotocamere di medio o piccolo formato? Mi piace come lavorare con il grande formato ti rallenti e ti faccia riflettere maggiormente su ciò che stai fotografando. Le immagini tendono ad essere un po' più studiate e frutto di riflessione, cosa che apprezzo, e si ha molto più controllo su ciò che si fa. Non si può davvero descrivere la qualità della carta Direct Positive, specialmente se si lavora con essa in grandi formati. Ha la capacità di registrare più dettagli in una stampa di quanti se ne possano vedere ad occhio nudo, perciò si ottengono risultati prodigiosi, e si ha una sensazione davvero inquietante (in senso positivo) osservandola. Bisogna vederla per credere. Un tempo ero abituato a scattare in 35mm, poi sono passato al medio formato. Ora che ci penso, nel corso degli anni ho semplicemente usato formati sempre più grandi. Penso che si possa ricondurre ad una specie di sfida. È molto più difficile fare una fotografia di 8x4 piedi (2,4x1,2 metri) piuttosto che scattare un rullo di pellicola 35 mm (dal punto di vista tecnico) e mi piacciono le sfide.



Come conservate le vostre stampe e le archiviate? Immagino che avrai bisogno di molto spazio. È un casino! Mucchi di scatole e pile di tubi in vari punti senza alcun ordine particolare. Tendo a innamorarmi delle immagini che creo subito dopo averle realizzate, ma non sono molto bravo a prendermi cura ddell'archiviazione. Probabilmente dovrei migliorare!



Stai lavorando a qualche progetto a casa tua in questi strani giorni? Ho appena trasformato il mio capannone in una fotocamera con camera oscura ed ho realizzato video sui vari processi e approcci utilizzati. Fare video è un'esperienza totalmente nuova per me, e ovviamente molto stimolante, perciò mi sto divertendo molto! Puoi vedere molti dei video a questo link.


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