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Immagine del redattoreGianluca Laurentini

Instagram è tutto falso? La realtà è probabilmente anche peggio di quello che pensi

Aggiornamento: 22 mar


Qualche mese fa stavo parlando con degli amici e avevo detto loro che secondo me Instagram ormai con la fotografia non c'entrasse più nulla. Magari all'inizio non era quello l'intento dei creatori dell’App, ma col tempo Instagram e il mondo della fotografia sono divenuti due mondi contrapposti in cui uno usa l'altro fagocitandolo ai suoi scopi senza che spesso gli appassionati di fotografia se ne rendano nemmeno conto continuando così ad alimentarlo.


I miei amici non erano pienamente convinti delle mie teorie, così ho deciso di fare una prova con il mio profilo, visto che non lo avevo mai veramente curato in precedenza. Proprio per questa idiosincrasia nell'usare Instagram difficilmente lo aprivo anche solo per leggere le notifiche ed era stato silente per anni, salvo poi iniziare a movimentarlo un pochino quando è divenuto possibile per chi aveva una pagina Facebook replicare in automatico i post su Instagram. Guardando tra i tanti messaggi arrivati ho trovato una moltitudine di inviti a gruppi dedicati all’accrescimento dei follower che non avevo letto precedentemente e che mi offrivano la chance che cercavo per farmi un’idea più chiara di cosa fosse divenuto Instagram nel frattempo. Naturalmente volevo dimostrare qualcosa ai miei amici, ma non volevo neanche spendere soldi per farlo comprando direttamente i follower come si offrono di fare ogni 3x2 personaggi un po’ loschi che scrivono di continuo.


Tra queste richieste ce n'era una da parte di un amministratore di un gruppo di cui oltre a piacermi il nome mi incuriosiva il fatto che sembrasse ben strutturato, quindi ho scelto di ricontattare questo amministratore per vedere cosa avesse da propormi e lì mi si è aperto un vero e proprio mondo di cui mi sono subito accorto di non conoscere veramente nulla. Il mio profilo all’epoca non arrivava a 300 follower, d'altra parte non lo curavo ed era normale che non crescesse da solo. Non appena questo amministratore mi ha ricontattato, rivelandosi tra l’altro molto gentile, mi ha promesso di far crescere in breve tempo il numero dei follower del mio profilo. La cosa bella è che aveva assolutamente ragione. Le regole per chi entra in gruppi come questo sono semplici, le punizioni per chi non le rispetta esemplari. Una vera e propria setta votata alla crescita dei follower.


Non so dire se questo gruppo fosse più o meno strutturato degli altri che si sono proposti perché ho frequentato solamente questo e solo per poco tempo, però la gerarchia quasi militare è veramente impressionante e tutti sembrano spaventati dal fatto di non riuscire a compiacere il leader, uno che alla fine ha solo follower finti, ma che controlla tutta la comunità con la paura di potergli far perdere tutto. A un certo punto ho anche pensato - dopo ripetuti inviti - di provare a fare la “carriera” da amministratore in questo gruppo per cercare di capire ancora meglio i meccanismi dietro a un mondo del genere. E poi, a essere totalmente onesti, tra migliaia di casi umani c'era anche una percentuale di gente brava a fotografare (veramente esigua, ma c'era) e simpatica (anche questa non molto folta, ma comunque esistente).


A quel punto inizio a chiedermi dove sia il rovescio della medaglia e lo scopro dopo pochi giorni, finito l'evento i follower iniziano a calare. Molta gente che si iscrive non vuole seguire qualcuno bravo a fotografare, vuole solo essere seguita a sua volta. Pazienza. Ma come fanno gli amministratori a non perdere follower? Semplice, vivendo la loro vita in funzione di Instagram alcuni di loro controllano in continuazione chi li segue e se qualcuno smette di seguire anche solo uno degli amministratori finisce in una blacklist e tutti i componenti della comunità sono obbligati a smettere di seguirlo e in alcuni casi addirittura a bloccarlo. Una vera e propria Damnatio Memoriae digitale che come in qualsiasi sistema piramidale punta solo ed esclusivamente a fare crescere il leader e al massimo alcuni suoi adepti scelti nel gruppo. Un tizio che se non fosse considerato body shaming potrei descrivervi alcune delle sue foto in modo molto esilarante, ma lasciamo stare questo aspetto. Vado a vedere il profilo del leader e mi accorgo subito di una strana cosa, nonostante ci siano oltre 33.000 persone costrette a seguirlo per non finire in blacklist e che queste debbano obbligatoriamente lasciare un like e un commento questo personaggio ha una media di “mi piace” delle ultime foto che difficilmente arriva anche solo intorno ai 3.000, per non parlare dei commenti che sono veramente molti pochi in relazione a quello che c'è alle spalle e agli obblighi imposti dall'alto. E a che cosa serve ciò allora? Penso, ma senza avere certezze, che oltre all’ego personale ci sia anche il tentativo di essere considerati influencer potendo in questo modo ambire a possibili affiliazioni con aziende che sono all'oscuro di tutti questi retroscena. Se fosse solo per soddisfare il proprio ego, che può anche essere, allora sarebbe anche più triste di come me la sono immaginata.


A quel punto vado a vedere le statistiche del mio profilo e mi accorgo che in due mesi sono passato da meno di 300 a oltre 2400 follower, che qualche commento in più arriva, ma che in definitiva qualcosa nel mio algoritmo funziona al contrario. Passo dall'avere circa 50 mi piace di media ai miei post senza che nessuno mi conosca - ripeto che avevo meno di 300 follower e non controllavo nemmeno le notifiche - ad avere perso quasi la metà dei mi piace pur avendo circa 8 volte i follower di prima, in più si nota che i commenti sono tutt’altro che spontanei. In sostanza, tranne gli amministratori che possono ambire a crescere senza sforzi, quelli che entrano in questi gruppi sono vera e propria carne da macello al soldo di un fantoccio che si sente un capobranco.


Pensandoci un po' sono arrivato alla conclusione che chi partecipa a questi eventi se ne renda perfettamente conto di come vadano le cose, non penso di essere così tanto più intelligente della media da essere l'unico consapevole della situazione, ma per qualche motivo tutti fanno finta di nulla perché alla fine in quel mondo fare vedere qualche numero in più, anche se drogato, fa sempre comodo.


A un certo punto mi ritrovo a chiedermi: ma se io che non sono mai arrivato neanche nei periodi più impegnativi oltre il limite dei 15 minuti di media al giorno di uso di Instagram sono riuscito a ottenere questi risultati, allora le persone che investono tanto del loro tempo su questa piattaforma e partecipano a più gruppi come questo dove possono ragionevolmente arrivare? E se diventare influencer fosse molto più semplice del previsto solo perché molte aziende non sono ancora abituate a ragionare in termini diversi da quelli del numero totale dei follower?


Ma perché pur avendo tutti questi follower acquisiti le interazioni sul mio profilo non sono cresciute? Probabilmente il fatto che quasi nessuno sia portato a interagire, se non per obbligo regolamentare, porta l'algoritmo a far peggiorare la propria visibilità invece che a migliorarla. Tanti follower, ma nessuno realmente interessato a seguire gli altri. Nel frattempo la mia pagina Facebook, per la quale non ho mai usato nessuna strategia del genere (non penso nemmeno che esistano cose del genere su Facebook , ma potrei peccare di ingenuità), viaggia con interazioni di gran lunga maggiori semplicemente perché chi mi segue vuole vedere quello che pubblico. Per farvi capire cosa intendo vi dico che non condivido nemmeno i post della mia pagina sul mio profilo personale e non mi metto i like da solo come fanno in tanti perché mi sentirei ridicolo a farlo, eppure arrivare a 400/500 mi piace su alcune fotografie non è così raro.


Mi rendo conto benissimo che la colpa non è di Instagram di per sé, Instagram come molte altre piattaforme è esclusivamente un mezzo, è quello che la gente escogita per avere visibilità il problema. Il fuoco può essere usato per cuocere la pasta o per bruciare una foresta, il problema non è il fuoco, è l'uso che se ne fa. Il discorso, per tornare all'esempio appena fatto del fuoco, è che ho l'impressione che Instagram sia ormai pieno di gente con il lanciafiamme in mano e che sia prontissimo a usarlo da un momento all'altro pur di sentire un minimo di attenzione posarsi su di sé.


Alla fine di questa esperienza decido che finire in blacklist non è la fine del mondo, che ho raccolto dati sufficienti per scrivere questo articolo sulla mia esperienza e che Instagram continua a non piacermi e mai mi piacerà, ma che è pieno di gente che è drogata da un mondo completamente artefatto in cui a tutti sembra importare di tutti e in realtà a nessuno importa di nessun altro che non sia sé stesso.

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