I'm Back: cosa è (e cosa non è) il dorso digitale che sta riscuotendo successo su Kickstarter
Aggiornamento: 28 set 2020
In questi giorni su Facebook sarete probabilmente incappati in messaggi promozionali di vario tipo relativi a “I’m Back”, un dorso digitale low cost per fotocamere analogiche che sta riscuotendo un enorme successo su Kickstarter: ha raccolto in pochi giorni poco meno di 400mila euro su un’obiettivo iniziale di 10mila (la campagna è ancora in corso, termina alla fine del mese).
Fin da quando ho letto la prima volta di questo progetto ho avuto forti perplessità a riguardo, e non ho mancato di esprimere la mia opinione sui gruppi di settore accorgendomi presto di essere in buona compagnia.
Tuttavia riteniamo importante raccontarvi di cosa si tratta, in modo che ciascuno possa formarsi la propria idea.
Abbiamo avuto modo di parlare con Samuel Mello Medeiros, l’ideatore del progetto, che ci ha spiegato come è nata l’idea ed il suo funzionamento.
In poche parole, “I’m Back” contiene un sensore Panasonic da 16 megapixel delle medesime dimensioni di quello di un cellulare o di una GoPro. Invece di essere posizionato dietro all’obiettivo il sensore è posizionato in basso, dietro ad uno specchio posto a 45 gradi e ad un vetro smerigliato, in modo da riprodurre l’immagine proiettata su di esso quando viene aperto l’otturatore.
In questo modo viene registrata una immagine che tecnicamente è pieno formato, ossia non risente del “crop factor” tipico di costosi dorsi digitali come il CFV II 50C di Hasselblad (da 10mila euro), ma purtroppo la qualità dell’immagine non è neppure lontanamente paragonabile a quella che si ottiene utilizzando un dorso digitale tradizionale, o semplicemente montando un’ottica vintage su una fotocamera digitale.
Il tutto, visto frontalmente, ha l'aspetto e l'ingombro di un tipico motor-drive analogico, come l'MD-4 Nikon per intenderci.
Samuel ci ha spiegato che il suo intento non era di competere con un dorso digitale tradizionale - la sfida in tal caso sarebbe semplicemente impari e persa in partenza - ma semplicemente quello di creare un oggetto capace di indurre le persone a rispolverare le fotocamere di famiglia sepolte in soffitta, regalando loro qualche ora di divertimento.
La pagina di “I’m Back” riporta infatti un disclaimer indirizzato ai “fotografi professionisti”:
"I'm Back è stato creato con l'intenzione di riutilizzare il vecchio analogico in modo digitale, mantenendo però un aspetto" retrò "nelle foto grazie allo schermo di messa a fuoco. Non intende avere la qualità di una fotocamera digitale di ultima generazione, pertanto non è un accessorio alla pari di una fotocamera digitale o analogica. I’m Back fornisce un risultato unico nel suo genere. Nei suoi risultati è assimilabile ad altre soluzioni come la fotografia stenopeica, la “Lomografia” o il fare foto mediante l’uso di uno scanner ed altre forme d’arte. Sì, l'arte della fotografia è dopo tutto una forma d'arte e non qualcosa da giudicare dalla quantità di pixel o meno.
I'm Back è stato progettato non solo per i fotografi professionisti, ma per le persone comuni che sono appassionate di fotografia e di tecnologia delle vecchie macchine fotografiche, per chiunque voglia divertirsi come una volta, anche quando la foto non era buona ed era una fonte di rabbia e anche di una risata. Bei tempi!"
I’m Back™ team.
Vi mostriamo di seguito le foto di esempio inviateci da Samuel, in modo che ciascuno possa giudicare per proprio conto la resa e decidere se I’m Back è lo strumento che sta cercando per il proprio percorso artistico:
Questo invece è un filmato realizzato con I'm Back montato su una Zenith 122 con Helios 58mm f2,0:
Il dorso I’m Back per il formato 35mm si può ordinare fino al 31 giugno su Kickstarter con un contributo minimo di 284 euro, una cifra tutto sommato trascurabile rispetto al costo del dorso Hasselblad sopra citato, ma comunque considerevole. Con gli stessi soldi infatti è possibile acquistare una mirrorless di seconda mano su cui montare le proprie ottiche vintage o una trentina di rulli da 36 pose (sviluppo e stampa compresi), ottenendo in entrambi i casi risultati di gran lunga migliori dal punto di vista strettamente qualitativo.
I’m Back, a detta dei suoi ideatori, non è tuttavia pensato per chi ricerca la qualità dell’immagine intesa in senso tradizionale. Da un certo punto di vista è un rompicapo, perché se si tratta di un costoso giocattolo lo vedrei meglio montato sotto ad una Holga, una Diana o una qualsiasi altra toy camera con lente in plastica a menisco piuttosto che abbinato ad una Nikon F o ad una Leica M come si vede nelle immagini sul sito ufficiale. Non ha molto senso costruire un prodotto che si installa sotto a fotocamere decisamente professionali e dichiarare al tempo stesso che non è pensato per i professionisti, così come non ha senso utilizzare costosi strumenti ottici di altissima precisione come le ottiche Leica, Hasselblad o Nikon se si ricerca una resa ed un'estetica “low-fi”.
Probabilmente è proprio questa contraddizione ad aver scatenato le polemiche riguardanti il prodotto sui vari forum di settore.
Si potrebbe dire d'altro canto che I’m Back non è un prodotto pensato per chi ricerca la qualità dell’immagine in senso stretto, quanto per chi prova piacere nell’utilizzo di oggetti vintage di alta tecnologia e raffinato design quali sono le nostre amate fotocamere analogiche ma non ha voglia di affrontare la spesa e gli inconvenienti tipici dell’analogico.
In tal caso c'è da dire però che oltre ai limiti qualitativi in termini di resa ci sono purtroppo dei limiti progettuali intrinseci legati al design.
Il sistema di specchi di I'm Back ricorda infatti molto da vicino il dorso a proiezione “Speed-Magny” progettato per la Nikon F alla fine degli anni ’60 [qui un dettagliatissimo articolo di Marco Cavina, con lo schema in sezione]. Il dorso Speed-Magny serviva ad utilizzare la Nikon F con le pellicole Polaroid; funzionava, ma trasformava inevitabilmente la splendida Nikon F in un oggetto alieno completamente diverso, quadruplicandone gli ingombri.
I’m Back è certamente molto più piccolo dello Speed-Magny, ed effettivamente visto frontalmente potrebbe facilmente essere scambiato per un motor-drive MD-4 o similari. Purtroppo però, basta girare la macchina per accorgersi della presenza di una struttura a periscopio (del tutto analoga a quella del suddetto Speed-Magny) che a mio parere snaturerebbe le sensazioni di utilizzo di qualsiasi fotocamera analogica. Quel periscopio sul dorso purtroppo è un problema insormontabile, non si può eliminare in alcun modo perché è il cuore dell’intero progetto. Samuel ci assicura che l'ergonomia non è un problema e che è possibile inquadrare con facilità anche per chi porta gli occhiali, ma non avendo avuto modo di provare il prodotto di persona non possiamo che farci un'idea basandoci sulle foto che vedete qui sotto.
Personalmente devo fare i miei complimenti a Samuel Mello Medeiros per la tenacia fuori dal comune con cui è riuscito a realizzare il suo sogno, ma considerata la combinazione di tre fattori, ovvero resa mediocre, prezzo abbastanza elevato e scarsa ergonomia, ho deciso di non diventare un finanziatore. Preferisco continuare con somma gioia ad utilizzare le fotocamere analogiche con il supporto per il quale sono state progettate, ossia la pellicola, ed occasionalmente utilizzare le ottiche vintage su mirrorless digitali Fuji X con un anello adattatore. Oppure utilizzare direttamente le Fuji X con le ottiche Fujinon dedicate, ottenendo così il meglio di entrambi i mondi: i vantaggi del digitale e l’esperienza d’uso di una fotocamera tradizionale.
Si sa tuttavia che il fine ultimo della fotografia è quello di infondere emozioni, sia in chi la osserva che in chi la pratica, per cui se ritenete che il dorso I’m Back possa aiutarvi a perseguire questo scopo vi consiglio assolutamente di finanziare la raccolta fondi su Kickstarter.
Sito ufficiale: https://imback.eu/home/
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