Fujifilm GFX100S II, il test completo
Tra le cose belle di fare questo lavoro c'è anche quella di sbagliare e di rimanere stupiti dalle novità del mercato. Solo qualche settimana fa nel test della GFX100 II avevo scritto che probabilmente grazie alle ridotte dimensioni raggiunte da quella mirrorless non ci sarebbe stato bisogno di una GFX100S II. Ho scritto questo perché basavo le mie conclusioni più che altro sulle dimensioni di quel corpo macchina, invece Fujifilm ci impone spesso di non fare troppo affidamento sulle nostre certezze perché i paradigmi possono cambiare anche molto rapidamente nel tempo. È così che quella S che in passato era stata interpretata come “taglia small” per via delle dimensioni inferiori diviene oggi un modo per indicare una sorta di sorella minore del modello di punta. Come ha detto in occasione della presentazione della GFX100S II Guglielmo Allogisi - appena divenuto direttore generale di Fujifilm Italia - nella famiglia GFX c'è un importante potenziale inespresso e nonostante in quel contesto nessuno abbia voluto dire di più riguardo le strade intraprese per esprimere questo potenziale la mia sensazione è che GFX100 II e GFX100S II siano state chiamate a replicare la strada di successo che ha portato ad affiancare per esempio alla X-T3 la X-T30. Due fotocamere simili, ma allo stesso tempo destinate a due pubblici molto diversi e non sovrapponibili. Le due mirrorless large format sono da considerare entrambe delle professionali; la GFX100 II sarà più votata allo studio fotografico e al video, mentre la GFX100S II è più pensata per il fotografo che lavora in esterni. Senza paura di fare spoiler vi dico sin da subito che dopo averle provate entrambe la nuova GFX100S II la preferisco per chi fa solo fotografia, specialmente se di paesaggio come me.
L'esemplare che mi è stato affidato è di preproduzione, e non potrebbe essere altrimenti visto che la GFX100S II non è ancora arrivata nei negozi ed è prevista la commercializzazione solo per la seconda metà di giugno, quindi potrebbero esserci dei cambiamenti con il firmware definitivo. Non ho trovato alcun problema con la fotocamera nei giorni in cui ho svolto il test, ma non sarebbe la prima volta che un nuovo firmware risolva piccoli problemi di gioventù o che vengano modificati alcuni menù all’ultimo momento. Nonostante la fotocamera non sia ancora in commercio ho apprezzato il fatto che Adobe Camera RAW mi abbia permesso da subito di sviluppare i file RAW grazie a un pronto aggiornamento messo a disposizione di tutti gli abbonati. Non sempre questo avviene con tale prontezza per cui questo è senz’altro un punto a favore sia per Adobe sia per Fujifilm.
Un passaggio delle Frecce Tricolori ripreso con la GFX100S II e il nuovo obiettivo GF 500mm f/5.6 R LM OIS WR.
Le dimensioni della GFX100S II sono le medesime della GFX100S, 150.0x104.2x87.2mm. Anzi, dirò di più, il corpo è esattamente lo stesso e a cambiare è solo la finitura superficiale - denominata Bishamon-Tex - che consente di avere una presa più salda e confortevole, ma che non la rende distinguibile dall’altra se non a un occhio molto attento. D’altra parte la GFX100S aveva già di suo trovato delle forme ottimali, perché cambiarle? Se però le confrontiamo con quelle della GFX100 II si può capire meglio perché pensavo a una convergenza verso un unico corpo macchina, infatti la sorella maggiore è sì maggiore, ma di veramente poco visto che le sue misure sono 152.4x117.4x98.6mm e la differenza di peso è di appena 65 grammi, con la nuova GFX100S II che con scheda e batteria ferma la bilancia sul valore di 883 grammi.
Questo piccolo logo è l’unico segno distintivo che differenzia il corpo della GFX100S da quello della GFX100S II.
Allora cosa cambia tra le due “sorelle”? Piccole cose, ma significative visto che consentono alla GFX100S II di avere un prezzo di listino di 5.595 euro contro gli iniziali 8.145 della GFX100 II. La prima differenza è nel sensore, la GFX100S II adotta un sensore Large Format CMOS II da 102 megapixel di risoluzione con le nuove microlenti riprogettate per una miglior nitidezza su tutto il fotogramma, ma che non è di tipo HS (High Speed) come nel caso della GFX100 II, per cui ha un’architettura interna dei microcircuiti diversa e più semplice senza che però questo vada a inficiare sulla qualità delle fotografie. Cambia anche la velocità di comunicazione con gli altri elementi della fotocamera, infatti negli scatti a raffica la GFX100 II non perde velocità fino a 390 scatti RAW non compressi, nel caso della GFX100S II invece di RAW non compressi se ne possono scattare senza perdere prestazione solamente 19. Questo è dovuto anche alla presenza di un doppio slot per schede SD al posto di quello singolo affiancato da una scheda CFexpress Tipo B della sorella maggiore. Agli appassionati di tecnologia queste differenze potrebbero sembrare significative, ritengo invece che avendo preservato totalmente la qualità dei file generati non sia così importante avere un numero importante di fotografie salvate da un'unica raffica per la stragrande maggioranza dei fotografi, anche per quelli che si occupano di natura. Immaginate solo cosa possa voler dire salvare, trasferire e guardare 390 scatti da circa 100MB di peso ciascuno.
La GFX100S II conferma il doppio slot per schede SD. Considerando quanto queste siano più diffuse ed economiche rispetto alle più veloci CFexpress Tipo B questo è un punto a suo favore.
Il fatto che la GFX100S II utilizzi un sensore non ad alta velocità e adotti schede di memoria più lente significa che la registrazione video non può arrivare al formato 8K, ma è limitato al 4K. A parte però pochissime persone che usano il video come fine ultimo per la propria attività penso che avere una fotocamera che si concentri sul fare la fotocamera non sia un problema, anzi. D’altra parte già in occasione del test della X-T5 avevo avuto modo di sottolineare che quello che più mi piaceva di quella fotocamera non era ciò che era stato aggiunto, ma ciò che era stato tolto visto che rimetteva la fotografia al centro di tutto.
Un rendering che mostra lo stabilizzatore che agisce sul doppio telaio che sostiene il sensore.
La presenza dello stabilizzatore è importante, anche perché ora la sua efficacia è di ben 8 stop come sul modello di punta. Ho chiesto al sempre gentile Riccardo Scotti di Fujifilm Italia come sia stato possibile in pochi anni passare da 5 stop di efficacia a 8 con un sensore di quelle dimensioni e la sua spiegazione è stata molto interessante: nei nuovi modelli è stato possibile avere questo miglioramento perché il software non si basa più solamente sui riscontri dati dai giroscopi, ma vengono prese in considerazione anche le informazioni estrapolate dalle immagini acquisite dal sensore. Ancora prima dello scatto infatti il sensore acquisisce le immagini per inviarle al mirino elettronico o al display posteriore e la loro elaborazione ha permesso di integrare i dati e migliorare il sistema.
Uno scatto dalla recente tappa romana del Giro d’Italia 2024. La capacità dell’autofocus di riconoscere tra i tanti soggetti disponibili anche le biciclette rende tutto più semplice, ma le differenze rispetto alle fotocamere pensate per lo sport sono ancora evidenti quando si tratta di inseguire un soggetto in rapido movimento.
Ho potuto provare l’autofocus della GFX100S II in condizioni fortunate per me e veramente complicate per la fotocamera. Proprio nei giorni in cui l'ho avuta a disposizione con il nuovo obiettivo GF 500mm f/5.6 R LM OIS WR ho potuto provare la funzione di riconoscimento del soggetto sia con gli aerei delle Frecce Tricolori sia con i ciclisti impegnati nella tappa conclusiva del Giro d'Italia. Impostare nel menù il soggetto da mettere a fuoco è semplice, il menù è in generale molto intuitivo e ben fatto. L'efficacia dell'autofocus rispetto ai primi modelli di GFX ha fatto passi avanti incredibili, ma rispetto alle mirrorless pensate per lo sport la differenza si avverte ancora distintamente. Senza uscire da casa Fujifilm se facciamo il confronto con quello della X-H2S quello della GFX100S II è chiaramente più lento, ma questo non significa che non sia pienamente utilizzabile. Per esempio selezionando i velivoli come soggetto la fotocamera ha perfettamente riconosciuto gli aerei delle Frecce Tricolori, selezionando bici/moto come soggetti è interessante notare come la fotocamera vada a cercare il casco o la testa del ciclista/pilota e sia in grado di seguirlo. Quando le bici sono poche la fotocamera segue bene il soggetto e sceglie giustamente quello più vicino, come era prevedibile invece quando si deve fotografare un gruppo nutrito qualche incertezza in più l'ho notata. Nonostante questo direi che la mia esperienza è stata più che positiva e che continuando a ritenere le GFX fotocamere che non dovrebbero occuparsi di sport, perché progettate per offrire il meglio in altri generi, le prestazioni dell'autofocus siano buone e in grado di ben supportare il fotografo.
Questa foto è stata scattata in jpeg con l’esposimetro in posizione neutra. Ho trovato una tendenza a sottoesporre anche quando non è necessario che non mi ha convinto pienamente.
L'esposimetro è lo stesso delle altre GFX100 secondo la scheda tecnica, eppure ho notato che c'è una tendenza più accentuata rispetto al passato a sottoesporre a parità di condizioni operative. Per essere certo che non ci siano impostazioni particolari che possano alterare il risultato e che mi possano indurre in errore la prima cosa che faccio prima di eseguire ogni test è di riportare tutti i parametri ai valori di fabbrica, per questo posso essere ragionevolmente certo che le condizioni siano le stesse tra un test e l’altro. Potrebbe sia essere stata una richiesta degli utenti quella di preservare le alte luci, sia una precauzione a mio parere eccessiva degli ingegneri Fujifilm. Comunque per ottenere un comportamento più vicino alle mie esigenze è stato sufficiente alzare l'esposizione di due terzi di stop e ho ottenuto facilmente quelle caratteristiche che cerco nelle mie fotografie.
La tenuta alle alte sensibilità è da sempre uno dei punti a favore delle fotocamere Large Format di Fujifilm e il comportamento è analogo a quanto avevo già scritto per la GFX100 II. Però mi fa piacere soffermarmi su un altro aspetto, il sensore di nuova generazione ha permesso di far scendere la sensibilità standard da ISO 100 a ISO 80. Può sembrare un aspetto secondario, ma ciò ha permesso di ottenere una maggiore gamma dinamica e al tempo stesso diminuire il rumore rispetto alla GFX100S.
Uno scatto eseguito a ISO 6400 mostra ancora una volta l’ottimo comportamento alle alte sensibilità delle mirrorless della famiglia GFX.
Il mirino della GFX100S II rispetto a quello della sorella maggiore è più piccolo ed è fisso, ma questo per me non è un problema visto che comunque è di una grandezza accettabile e ha tutte le caratteristiche che mi hanno fatto apprezzare quello della GFX100 II. È presente il display LCD superiore e mantiene il classico sfondo scuro con la possibilità di variare la visualizzazione. Non ho mai più di tanto apprezzato la possibilità di vedere delle finte ghiere simulate, invece mi piace molto la possibilità di poter visualizzare l'istogramma sul display superiore. Sulla GFX100 II ero rimasto particolarmente entusiasta del fatto che il display superiore fosse stato leggermente inclinato per agevolare la visione quando si scatta utilizzando il display posteriore, su questa mirrorless questa soluzione non è stata adottata ed è un peccato perché l'avevo trovata semplice e geniale.
Sono interessanti le due funzionalità già conosciute con il nome di Pixel Shift Multi-Shot. Queste sfruttano il meccanismo di stabilizzazione per ottenere due differenti risultati. Il primo è quello di spostare il sensore di mezzo pixel ogni volta e scattare un totale di 16 fotografie da ricombinare con il software gratuito Pixel Shift Combiner per ottenere una foto di 400 megapixel di risoluzione. Il secondo è quello di ottenere una foto generata da 4 fotografie con spostamento di 1 pixel ogni volta per ottenerne una da 102 megapixel in cui ogni singolo pixel visto sullo schermo non sia frutto di un processo di demosaicizzazione, ma che sia generato dall’acquisizione attraverso ogni singolo canale colore, eliminando in questo modo i falsi colori.
In conclusione posso dire con certezza che la GFX100S II ha soddisfatto tutte le mie aspettative, che il cambio di posizionamento sul mercato mi sembra andare nella giusta direzione e che si mi trovassi nella condizione di dover scegliere tra la GFX100 II e la GFX100S II non avrei problemi a orientarmi sulla seconda.
Le prestazioni, per l’uso che ne può fare la maggior parte dei fotografi, sono pressoché equivalenti. Cambiano lì dove solamente una piccola parte dei fotografi sente la necessità di avere qualcosa in più o per i fruitori delle funzioni video di livello professionale. Però la differenza diventa sostanziale quando si deve decidere se spendere 8.145 euro o limitarsi a 5.595 euro. 2.550 euro di differenza non sono pochi, soprattutto se poi non andrete a sfruttare quelle caratteristiche che fanno sì che esista quella differenza di prezzo.
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