Una ammiraglia alle Olimpiadi: arriva la Nikon D6
E’ di ieri la notizia dell’annuncio della prossima uscita sul mercato della Nikon D6, la nuova ammiraglia di casa Nikon. Il comunicato stampa non dice granché, se non che si tratterà della “reflex più evoluta realizzata finora”.
I giochi si terranno ad agosto 2020, e di solito l’effettiva uscita sul mercato delle reflex Canon e Nikon avviene un paio di mesi dopo l’annuncio ufficiale.
La D6 è in qualche misura celebrativa di tre eventi: uscirà nel ventennale della serie D (la Nikon D1 fu presentata a giugno 1999), dei 60 anni dalla Nikon F (presentata nell’aprile del 1959) e in occasione delle Olimpiadi di Tokyo del 2020.
Storicamente le Olimpiadi sono state sempre una vetrina per Canon e Nikon. La storica concorrente di sempre, un tempo usava addirittura produrre versioni commemorative decorate con il logo delle Olimpiadi. Lo fece nel 1976, 1980 e 1984 con la Canon F1 (si trattava in sostanza sempre della medesima fotocamera sottoposta a leggeri aggiornamenti). La Canon T50 invece fu presentata nel 1983 per le Olimpiadi del 1984, di cui risultava essere la “official 35mm camera”, almeno da quanto riportava con fierezza la serigrafia un po’ pacchiana sul tappo copriobiettivo.
Effettivamente le agenzie fotografiche sportive spendono cifre veramente enormi in attrezzatura professionale in occasione delle Olimpiadi, a giudicare da foto come quella che potete vedere qui sotto, pubblicata su Instagram dal giornale sportivo francese l’Equipe durante i giochi di Rio del 2016. Quel che avete di fronte agli occhi è niente po’ po’ di meno che 6 milioni di attrezzatura (esclusivamente Canon), che immagino sia stata utilizzata esclusivamente durante i 16 giorni di gara per poi essere rivenduta sul mercato dell’usato subito dopo.
Perciò non c’è da stupirsi se Nikon ha deciso di presentare la sua nuova reflex ammiraglia proprio ora, nonostante l’impegno profuso nello sviluppo delle mirrorless della neonata serie Z, la quale sembrava aver decretato la fine della serie D (erede digitale storica serie F).
Qualsiasi cosa abbia in serbo il futuro per la casa nipponica indubbiamente sarebbe stato impensabile arrivare alla data delle Olimpiadi di Tokyo senza una nuova ammiraglia della serie D per ragioni di immagine ancor più che economiche.
Dallo scarno annuncio diffuso ieri perciò possiamo dedurre ciò che è ovvio: Nikon non ha deciso di abbandonare, per ora la serie D. Solo il tempo ci dirà se la D6 è veramente l’inizio di una nuova era di reflex, o il modo che è stato scelto dalla storica casa per concludere in bellezza l'era delle reflex 35mm, durata 60 anni.
L’annuncio della D6 per certi versi è più una dichiarazione di intenti per il futuro che un comunicato di tipo tecnico. Nikon, nel bene o nel male, ha deciso di continuare a tenere il piede in due staffe, e fra le righe sta dicendo ai suoi utenti che lo strumento più adatto per scattare foto in circostanze estreme come quelle delle Olimpiadi continua ad essere una reflex.
Forse è anche giusto che sia così: la casa che in sostanza ha inventato la Single Lens Reflex 35mm 60 anni fa con la Nikon F e che ha determinato le scelte del mercato nei decenni successivi deve continuare a credere nel prodotto che per lei è indentitario, anche se questo alla lunga dovesse rivelarsi adatto ad una nicchia.
Ora ovviamente siamo curiosi di scoprire se Canon farà altrettanto, o se punterà invece con fiducia e sicurezza sulla sua nuova linea mirrorless. Probabilmente sceglierà la strada tradizionale e meno rischiosa, visto che da mesi girano rumors sulla Canon EOS-1DX Mk III, una reflex che costituisce l'aggiornamento del precedente modello MkII.
Insieme alla D6 sarà presentato l’AF-S Nikkor 120-300mm f/2.8E FL ED SR VR, un ottica dal nome lungo quanto la sua focale che promette di essere unica nel suo genere e il prossimo oggetto del desiderio dei fotografi sportivi di tutto il mondo.