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Immagine del redattoreRodolfo Felici

La Nikon F3: storia di un mito

La Nikon F3 è una delle Nikon della serie F più amate di sempre. Arrivò nei negozi nel 1980, ma all'inizio venne guardata con diffidenza dai professionisti a cui era rivolta, i quali non sentivano la necessità di sostituire le loro Nikon F ed F2 interamente meccaniche con una fotocamera dotata di otturatore elettronico.

Per molto tempo rimase in listino la F2AS, il modello precedente, proprio per consentire ai professionisti di scegliere fra un modello interamente meccanico o uno dotato di otturatore elettronico.

Al giorno d'oggi qualsiasi fotocamera digitale dipende dalle batterie, e stentiamo a comprendere quale fosse il problema, ma all'inizio degli anni '80 a quanto pare si era ossessionati dall'idea di rimanere in mezzo al deserto o nella giungla tropicale senza batterie di scorta. Quasi tutte le grandi marche avevano due versioni a listino della stessa fotocamera, una interamente meccanica ed una dotata di otturatore elettronico (si pensi alla OM1 ed OM2 della Olympus o alla MX ed ME della Pentax).

In effetti, alla fine degli anni '70 la battaglia fra i vari produttori di fotocamere era giocata su due fronti, correlati fra loro: uno era quello dell'elettronica, l'altro quello delle dimensioni. Non si aveva idea di quanto sarebbero potuti durare nel tempo gli otturatori elettronici, o i display all'interno del mirino di cui cominciavano ad essere dotate le fotocamere (compresa la Nikon F3). Oggi sappiamo che entrambi si son rivelati affidabilissimi, ed hanno superato ampiamente la prova del tempo, ma all'epoca la stessa Nikon affermava che il display interno all'oculare non sarebbe sbiadito prima di 7 anni (!!!), e che sarebbe stato sostituito in garanzia. Ne sono passati quasi 40 ed il display delle F3 è ancora leggibilissimo.

All'epoca era opinione diffusa che l'elettronica rappresentasse il declino della fotografia, e che fosse poco professionale affidarsi ad essa piuttosto che al ragionamento e all'esperienza. Ovviamente l'autofocus ancora non esisteva, e l'elettronica si limitava ad aiutare il fotografo nel valutare l'esposizione; le fotocamere erano perlopiù a priorità dei diaframmi, e la Nikon F3 non fa eccezione. Nello stesso periodo uscì la Canon AE-1, la prima fotocamera dotata di modalità P della storia, dove il "computer" (come veniva chiamato allora il microprocessore) poteva decidere l'accoppiata tempi diaframmi più vantaggiosa per massimizzare la profondità di campo, come nelle macchine di oggi. Fu un modello che segnò una svolta per lo storico concorrente della Nikon. La Canon AE-1 non fu mai presa seriamente in considerazione dai professionisti, che come si è detto non vedevano di buon occhio l'elettronica. In realtà non era neppure destinata ad una utenza professionale; fu molto apprezzata invece dalla fascia di utenti che oggi definiremmo "prosumer": dal 1976 al 1984 ne furono vendute oltre un milione di unità, contro le 751mila F3 vendute dalla Nikon dal 1980 al 1992. A quanto pare Canon in quegli anni capì che il mercato avrebbe finito per fidarsi sempre più dell'elettronica, e che vi era un mercato per fotocamere costruttivamente meno robuste ma decisamente più economiche (una Canon AE-1 costava 700$ contro i 1.174$ di una F3, o i 2.200$ di una Olympus OM2).

In effetti ha poco senso raffrontare i costi di fotocamere apparentemente destinate ad una utenza diversa, ma bisogna considerare che nella storia della fotografia sono state create spesso delle dicotomie artificiose finalizzate alla vendita a prezzi differenziati di prodotti che alla lunga hanno finito per darsi battaglia sullo stesso campo.

Spesso la guerra è stata vinta proprio dal prodotto considerato meno professionale, che ha avuto la meglio su quello più elitario e costoso. Si pensi agli scontri che hanno visto fronteggiarsi medio formato contro 35mm, analogico contro digitale, reflex contro mirrorless ed infine quella mirrorless contro smartphone, che è ancora agli inizi.

Negli anni '80 la contrapposizione tipica, creata probabilmente ad arte, era "fotocamere meccaniche" contro "fotocamere elettroniche", e "professionali" contro "prosumer".

Una Nikon F3 aveva più o meno le potenzialità di qualsiasi altra Nikon dell'epoca, che fosse una Nikkormat, una FE o una FG o quant'altro, ma aveva una meccanica sovradimensionata che la rendeva più grossa e pesante, e quindi teoricamente più resistente (anche se le Nikon superano egregiamente la prova del tempo tutte più o meno alla stessa maniera). Chi la acquistava allora la sceglieva, e la pagava profumatamente, anche per le sue dimensioni generose, oltre che, ovviamente, per la modularità del sistema F che consentiva di sostituire il pentaprisma con un mirino a pozzetto, o con il più comodo pentaprisma HP, pensato per chi usa gli occhiali.

In realtà i mirini disponibili per la F3 erano tutti più o meno simili, e la possibilità di sostituzione del mirino aveva molto più senso sulle Nikon F ed F2, su cui era necessario installare il Photomic al posto del prisma standard per disporre di un esposimetro interno. Nel 1980 qualsiasi fotocamera disponeva ormai di un'affidabile esposimetro interno, e la sostituzione del prisma era ormai una caratteristica non più realmente necessaria per la maggior parte degli utenti, ma che andava tuttavia ad incidere sul costo finale. Chi medita l'acquisto di una F3 oggi, nel 2019, dovrebbe perciò tenere conto di tutti questi fattori. Per qualche centinaio di euro ci si può portare a casa un pezzo di storia della fotografia e del design, la prima della serie F progettata da Giorgetto Giugiaro (lo stesso della DeLorean DMC-12, della Alfa Gt Junior, della Golf prima serie e di mille altre icone del design automobilistico).

Con la F3 Giugiaro introdurrà, come è noto, la linea rossa sull'impugnatura che diventerà un caratteristico marchio di fabbrica della casa nipponica.


Tuttavia, bisogna considerare che Il costo di un usato revisionato è indubbiamente più alto rispetto ad altre fotocamere dello stesso periodo. Bisogna essere consapevoli che si sta pagando per l'acquisto di un prodotto di livello professionale, pensato per un utilizzo intensivo che inevitabilmente non sarà quello che quello strumento dovrà affrontare nelle mani di un fotografo del 2019. E' una fotocamera pensata per essere utilizzata in condizioni estreme, e per scattare migliaia di rulli all'anno. Chi ha bisogno di scattare tali quantità di foto al giorno d'oggi utilizza il digitale, per ovvie ragioni economiche e pratiche, persino se si chiama Sebastiao Salgado. Se state acquistando la vostra prima Nikon per accedere allo sconfinato parco ottiche della serie F, e per provare il piacere di scattare con la pellicola, troverete in circolazione una gran quantità di altre Nikon ad una frazione del costo di una F3. Una F3 revisionata infatti, solo corpo, si può trovare attualmente intorno ai 300€. E' un prezzo molto basso per una fotocamera che, quando è uscita nel 1980, costava 1174$ (Per avere un'idea dell'entità della cifra, bisogna considerare che una Golf prima serie, disegnata anch'essa da Giorgetto Giugiaro, nel 1983 costava poco meno di 8000$), ma vi sono una infinità di altre Nikon, come la Nikkormat Ftn, la Nikon FE, FM, EM, che vi daranno le stesse sensazioni d'uso ad una frazione del prezzo (si trovano facilmente a prezzi che variano dai 50 ai 150€ solo corpo).

Inoltre, trattandosi di un modello professionale, la probabilità di incappare in un esemplare che abbia scattato tanto e vissuto una vita intensa è molto più alta in confronto ad altri modelli Nikon, che si possono trovare pressoché immacolati, utilizzati il sabato e la domenica o a qualche festa di compleanno e poi riposti nell'armadio.Dal mio punto di vista ovviamente questo aggiunge solamente un certo fascino agli esemplari che potrete trovare, ma il vostro desiderio è quello acquistare una fotocamera immacolata dovete stare attenti ai segni d'uso che sono indicatori di un trascorso "avventuroso". Un altro gioiello di tecnologia reso tragicamente inutile dall'avvento del digitale è il motore MD-4, che poteva essere installato sotto il corpo macchina rendendolo ovviamente più pesante, ma migliorando notevolmente l'impugnatura: consentiva uno scatto continuo di 5.5 fotogrammi al secondo, e poteva riavvolgere un rullo da 36 pose in soli 4,5. Era alimentato da 8 batterie stilo. Utilizzando pile alcaline poteva riavvolgere la bellezza di 140 rulli, ovvero 5040 scatti senza dover cambiare batterie!


Il motore MD-4

La F3 è stata una delle Nikon più amate e longeve, l'ultima dell'era pre-autofocus, ed è rimasta disponibile sul listino fino al 2001, per ben 21 anni, affiancata dalle più recenti F4 ed F5. Non si sa esattamente quante ne siano state vendute, perché anche dopo la chiusura della linea di produzione furono disponibili ancora per molti anni nei negozi. E' certamente la reflex Nikon rimasta in produzione più a lungo, ed anche quella con il maggior numero di varianti prodotte. Esiste una versione in titanio, la F3/T, progettata per resistere a condizioni estreme, una versione per il fotogiornalismo (F3P, dove la P sta per "Press") ed una pensata appositamente per il motore MD-4H, capace di 13 scatti al secondo, realizzata in occasione delle olimpiadi del 1998 in Giappone. L'otturatore a tendina, in metallo, a scorrimento orizzontale, invece del tradizionale Copal adottato dalle altre Nikon. Ciò limitava il tempo di sincronizzazione del flash ad 1/80 di secondo, questo tipo di otturatore era considerato più affidabile, e in una macchina pensata di scattare 5mila scatti con una sola carica di batterie forse era la cosa più importante.

Qui potete trovare un video che illustra tutte le operazioni principali sulla Nikon F3:

Qui il .pdf del manuale di istruzioni:

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