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A. Fabiani e R. Felici

OPPO realizza uno smartphone con uno zoom ottico 16-160mm utilizzando una tecnologia del 1957



OPPO ha annunciato che ha avviato la produzione di massa di una nuova tecnologia per le fotocamere degli smartphone: entro il secondo trimestre di quest'anno lancerà un dispositivo dotato di fotocamera con zoom ottico 10x. Il calcolo del fattore di zoom dichiarato da OPPO è effettuato sulla base di supergrandangolare equivalente a 16mm; gli altri produttori di solito adottano un grandangolare 28mm equivalente. 

La focale massima che sarà possibile utilizzare sarà perciò un 160 mm equivalente. Il risultato lo potete vedere qui sotto: l'immagine che vedete non è frutto di un crop della foto precedente, ma uno scatto realizzato con il teleobiettivo dello smarphone della OPPO.

Un'illustrazione tratta dal video precedente mostra la costruzione degli elementi ottici e del sensore all'interno dell'obiettivo zoom.

Il sistema utilizzato da OPPO non utilizza una seconda fotocamera per il teleobiettivo, ma sfrutta il sensore principale dello smartphone, da 48MP.

Il periscopio utilizza un prisma con una superficie a specchio orientata a 45° per riflettere la luce sul sensore, il quale è posizionato ortogonalmente rispetto all'elemento frontale dell'obiettivo e all'immagine. Questa particolare costruzione consente al prisma di essere utilizzato anche per la stabilizzazione dell'immagine. L'obiettivo primario viene in questo modo fornito con OIS e OPPO afferma che il sistema è più efficiente del 73% rispetto al modello precedente.


Inoltre, gli ingegneri sono stati in grado di mantenere le dimensioni del vecchio prototipo 5x , nonostante l'aggiunta di un super-grandangolo e l'adozione di un sensore più grande.


In realtà la tecnologia in questione non è una novità. La medesima soluzione era stata adottata da Minolta per la linea Dimage nel 2004. Qui sotto potete vedere il profilo della fotocamera, si trattava di una compatta da soli 3 megapixel, resa ancor più sottile grazie al particolare sistema utilizzato. Anche in quel caso l'obiettivo non protrudeva affatto dal corpo della fotocamera, ed era posizionato in verticale nello spessore della stessa.



Quella singolare soluzione era, a sua volta, ispirata probabilmente alla Tessina, una "subminiature camera" del 1957, ossia una fotocamera che utilizzava microfilm.

La Tessina era un gioiello di ingegneria e di precisione, costruita come un orologio, e non a caso brevettata e prodotta in Svizzera.

La Tessina poteva essere addirittura indossata come un orologio, e veniva venduta con un suo cinturino. Proprio per poterla utilizzare al polso, e per ridurne ulteriormente le dimensioni, anche sulla Tessina la pellicola era posta ortogonalmente all'elemento frontale della lente, e l'immagine veniva riflessa da uno specchio posto a 45°. Tecnicamente, la Tessina era una Twin Lens Reflex, visto che utilizzava un obiettivo separato per comporre l'immagine.


E' singolare come una tecnologia utilizzata nel 1957 per miniaturizzare le fotocamere sia stata reintrodotta allo stesso scopo sui moderni smartphone. 

Aspettiamo con ansia di vedere dal vivo il prodotto della Oppo. Secondo chi vi scrive questa tecnologia, a differenza di quella che prevede l'adozione di un maggior numero di obiettivi  (si è arrivati ad inserirne fino a 6) rappresenterà la vera innovazione nel settore.

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