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Immagine del redattoreRodolfo Felici

La seconda parte dell'intervista al fotografo sportivo Marcel Lämmerhirt

Siamo onorati di pubblicare la seconda parte dell'intervista al fotografo sportivo di azione Marcel Lämmerhirt, vincitore del RedBull Illume 2012. Potete visualizzare la prima parte a cliccando qui:

Quali sport pratichi? E’ importante praticare lo sport che ti accingi a documentare per prevedere come avranno luogo le azioni e per capire cosa documentare?


Amo ancora praticare snowboard e lo sci di fondo. Nella stagione estiva pratico il ciclismo, e sfortunatamente ho dovuto abbandonare lo skateboard. Lo praticavo da giovane. Spesso mi capita di dover fotografare qualche cosa per la prima volta. In quel caso effettuo ricerche in anticipo e guardo nelle riviste che tipo di scatti non sono stati ancora effettuati. La mia priorità è creare il mio stile personale in ogni foto. Qualche volta è positivo non avere idea dello sport per essere aperti ad un nuovo tipo di scatti. Mi piace la sensazione di sentirmi libero da regole.


C’è una immagine che ti è particolarmente cara di cui vorresti raccontarci il retroscena?


Certamente, il progetto intitolato “Due Mondi Differenti”, la cui immagine iniziale si intitola “Dissolvimento dei Ghiacciai”.


Two Different Worlds - Glacier Melting

Sinossi del progetto:


Due mondi differenti sono ritratti in un unica foto, non grazie a Photoshop, ma grazie ad una visione, una scatola di vetro e la natura. La serie è di realizzazione molto complessa, i cambiamenti nella natura e nell’inquinamento ambientale messi in relazione con la gente. Due Mondi Differenti è una serie tematica sui problemi ambientali attuali e le loro conseguenze. In una singola foto è possibile osservare due mondi separati da una sottile, fragile, teca di vetro. Un mondo è simbolizzato da una persona all’interno della scatola. All’esterno, fuori dalla scatola, c’è un altro mondo, modificato da noi.

Elemento fondante in tutte le foto è la scatola di vetro. La persona all’interno della scatola è illuminata ed appare come un monumento. La relazione fra il mondo esterno e questo involucro protettivo rende le foto uniche.

Come fotografo incentrato sulla fotografia sportiva vorrei utilizzare le mie capacità per sensibilizzare una ampia platea anche verso temi critici.

Sarà realizzata anche una brochure/documento sulla realizzazione, con il retroscena delle foto ed interessanti video ed informazioni sulla loro realizzazione, relativamente ad ogni singola sfida.

Due Mondi Differenti - Dissolvimento dei ghiacciai:


Il dissolvimento dei nostri ghiacciai ed i cambiamenti climatici in generale mi hanno preoccupato per qualche tempo. Perciò sono ancor più contento di essere stato in grado di realizzare un progetto che focalizzato esattamente su questo argomento. L’idea del progetto è quella di combinare due ere differenti in una sola immagine, separandole tuttavia per mezzo di una teca di vetro. All’esterno della scatola vediamo il mondo reale, quello attuale. All’interno della scatola possiamo osservare il periodo temporale di inizio Novecento, rappresentato da uno sciatore, con l’equipaggiamento tipico del 1920, un tempo in cui i ghiacciai della terra erano ancora intatti ed imponenti. A quel tempo il ghiacciaio Rhone si allungava fino al fondo della valle e da allora ha perso 200 metri di spessore e si è ritirato di 1500 metri. Si calcola che in meno di cento anni il ghiacciaio si sarà completamente dissolto.


Il lavoro dietro le quinte per realizzare l’immagine:


Dopo due mesi di preparazione, necessari per la costruzione della teca, i lavori son terminati alla fine di Giugno 2014.

Il mio team di cinque persone ed io ci siamo recati sul ghiacciaio Rhone in Svizzera. Le previsioni meteo davano tempo incerto per l’intera settimana, ma non era possibile riorganizzare la sessione di scatto in altre date per via di altri impegni di lavoro già presi. C’era solo questa occasione per portare a casa il lavoro.

Mi ero preparato cercando delle foto del ghiacciaio Rhone su internet, ed avevo trovato immagini relativamente recenti. Quando sono arrivato ed abbiamo potuto dare una prima occhiata al ghiacciaio sono rimasto scioccato nel vedere quanto si fosse effettivamente ritirato.

Il paesaggio era imponente ed impressionante, uno di quelli che ti induce ad una pausa di riflessione. Il programma del pomeriggio prevedeva l’installazione della teca, e lo scatto si sarebbe dovuto realizzare all’alba della giornata successiva.


Tutto ciò comportava il trasporto di oltre 600kg di attrezzature pesanti sopra un terreno pressoché impraticabile attraverso la lingua del ghiacciaio. Grazie all’aiuto amichevole dello staff della Miniera del Ghiacciaio Rhone, che ci ha prestato un veicolo di trasporto, siamo stati in grado di venire a capo di questa sfida.


La sfida maggiore, ad ogni modo, è stata quella con le condizioni metereologiche. Mentre cercavamo il posto perfetto dove posizionare la teca non ha smesso un minuto di piovere, e la visibilità non ha fatto che peggiorare. Ero molto nervoso, non sapendo neppure se sarebbe stato possibile scattare la foto il giorno seguente. Il progetto non si poteva portare a termine sotto la pioggia battente e con scarsa visibilità. Nonostante tutto ciò, abbiamo cominciato a montare la teca.


Avevo già montato la teca a casa in giardino per testarla, il che voleva dire che sarebbe stato tutto più rapido sul ghiacciaio, inclusa la regolazione delle luci. Solamente il pannello di vetro non era ancora stato utilizzato, ma tutto si incastrò alla perfezione. Alla base della scatola c’è una apertura di un metro in cui è installato un vetro opalino. Questo pannello consente all’oggetto nella scatola di essere illuminato dal basso. Sul soffitto della scatola una luce continua è garantita da una semplice torcia a led e da un flash Nikon SB900. Il flash pone l’oggetto - lo sciatore - in un raggio di luce che ricorda quello di un monumento di notte. L’effetto finale ricordare quello di un oggetto in mostra in un museo.


Le prime foto di prova erano terminate ed ora dovevamo semplicemente aspettare fino alla mattina successiva e sperare in un miglioramento delle condizioni meteo.

Le foto ed il video dovevano essere terminate durante la mattina seguente, perché era previsto cattivo tempo, il che significava che scattare nel giorno di riserva previsto non sarebbe stato possibile. Abbiamo coperto la scatola con coperte ed un telone impermeabile per evitare che congelasse durante la notte gelida.


Dopo poche ore di sonno la sveglia suonò alle 3 del mattino. Per prima cosa demmo un occhiata fuori alla finestra: tempo eccellente! Aveva smesso di piovere e ci sentimmo sollevati.

Il lungo lavoro di preparazione aveva dato i suoi frutti e potevamo ora dedicarci alla realizzazione del progetto. Alle 4 del mattino eravamo già in piedi vicino alla teca, ciascuno al posto prestabilito. Il cielo stava cambiando lentamente il suo colore, dal nero della notte in azzurro. Una mandria di stambecchi si avvicinò a 50 metri da noi e ci osservò con curiosità. Che spettacolo.


Ora ogni mossa doveva essere semplicemente quella pianificata. L’atmosfera del mattino era mozzafiato, ma sarebbe durata poco. L’attenzione ora era completamente sulla teca, che era posizionata dinanzi allo storico ghiacciaio. Ogni cosa funzionò alla perfezione, ed il mio piano ebbe successo.


Devo un enorme grazie a Gerhard, il mio modello sciatore, che ha dovuto rimanere immobile nella teca per quasi due ore ad un freddo di 5 gradi centigradi fino a che non ho scattato tutte le foto di cui avevo bisogno ed ha avuto il mio consenso ad uscire dalla sua “cella”. Vorrei anche ringraziare il mio team per il superbo lavoro svolto. Senza il loro lavoro eccezionale questo progetto non sarebbe stato possibile.

Che tipo di attrezzatura utilizzi?


Uso fotocamere Nikon, la D850, la D5 e la nuova Z6, vari obiettivi fra cui il 15mm fisheye, 14-24mm, 24-70mm, 300mm, 400mm, 35mm f/1.4 ed il 105mm f/1.4.

Flash della Profoto con diversi accessori per dare forma alla luce, zaini fotografici della FStop, schede SanDisk ed un drone DJI Mavic Pro 2 con due fari a led Lume Cube. Questo è il mio nuovo giocattolo per l’illuminazione, ma ho appena cominciato.




E’ importante per te lavorare utilizzando flash ed altre attrezzature per controllare artificialmente la luce?


Lavorando con la luce, indipendentemente dallo sport, posso creare immagini incredibilmente efficaci. La luce è ciò che dà forma all’immagine, e questo è ciò che cerco.

Ti farò un esempio: quando scatto il salto di uno snowboarder su un big kicker (una rampa per il salto, ndt) durante il tramonto, utilizzo uno o due flash per illuminare lo snowboarder e sottoesporre leggermente la foto. In questo modo riesco a rendere visivamente efficace una scena che di per sé è efficace. Queste immagini sono ottime per gallerie sulle riviste, o per la pubblicità.

Quando scatto a fini documentaristici di solito non utilizzo il flash perché la scena sembrerebbe in qualche modo preparata a tavolino.

Impostare le luci e scattare foto come questa richiede tempo ed è inutile quando esco per giri occasionali. In questi casi provo ad avere con me l’equipaggiamento più essenziale possibile. Appena una fotocamera e al massimo tre obiettivi. Devo portare con me anche acqua e cibo, più il resto dell’attrezzatura necessaria per lo scatto.



Di solito si parla molto di cosa c’è nella borsa, ma di rado si parla della borsa fotografica, che è importante quanto il resto dell’attrezzatura quando si lavora in condizioni estreme. Che cosa utilizzi per trasportare la tua attrezzatura ed assicurarti che ritorni a casa intatta?


Da cinque anni sono un Ambassador di F-Stop Gear. Questa azienda produce eccezionali zaini che si adattano perfettamente al mio stile ed alla mia attrezzatura. Ho vari zaini di dimensioni differenti ma principalmente utilizzo il Tilopa della F-Stop da 50 litri. [https://fstopgear.com/products/packs/tilopa]

Trovo utilissimo l’inserto all’interno dello zaino chiamato ICU. Esistono diverse misure pensate per utilizzi differenti. La zip è confortevole, morbida da aprire in qualsiasi condizione.

Posso aprire lo zaino anche dalla parte posteriore. Questo è particolarmente comodo, perchè così posso evitare che lo sporco o la neve finiscano sulla mia schiena quando me lo metto nuovamente sulle spalle.

FStop è un partner eccezionale e io credo nei loro prodotti, non perché siano gratuiti, ma perché sono affidabili.

lo zaino Tilopa della FStop

Con quale atleta hai avuto più piacere a lavorare? Ci sono atleti con cui ti piacerebbe lavorare ma non ve ne è ancora stata l’occasione?


Onestamente ci sono moltissimi atleti con cui mi piacerebbe lavorare, ed è difficile indicarne uno in particolare. Amo le persone motivate, che pensano positivo e gli atleti. Per come la vedo io, fotografare una “super star” non è sempre piacevole quanto fotografare un giovane talento. Lo si fa più per il portfolio.

Le celebrità hanno una agenda fitta d’impegni e se riesci ad ottenere da loro qualche minuto puoi ritenerti fortunato.

Quale atleta mi piacerebbe fotografare in futuro? Di solito lascio che le cose si sviluppino da sole. Non forzo il destino più di tanto. Non c’è nessuno sulla mia lista al momento. Quel che mi ispira è lo sport, ed il trovarmi all’aria aperta con la natura.


So che lavori con molte riviste. In quali periodici possiamo ammirare i tuoi lavori?


Nella mia carriera di fotografo sportivo ho pubblicato molte storie illustrate, copertine o foto in tutto il mondo in molte riviste sportive o di lifestyle. Tutto è un po’ cambiato rispetto a quando ho cominciato. Tutto si muove più velocemente. Molte riviste hanno ristretto il loro budget. Riuscire a pubblicare una storia importante è più difficile di quanto non lo fosse anni fa. Molte foto sono pubblicate online.


Qui trovate alcuni link alle mie foto e video:


Pagina Instagram:


Due mondi differenti/ il mio progetto personale della durata di una vita, incluso un video del dietro le quinte


Un video per la campagna della Nikon D850 in Germania:


Wakeboarding per una campagna di Profoto


Un servizio sul Parcour a Buzludzha per F Stop Gear:

video:


Dalle tue immagini traspare il grande entusiasmo per il tuo lavoro, ma anche la grande preparazione che c’è dietro. Essere uno sportivo ti ha aiutato a raggiungere gli obiettivi nella vita e nella carriera?


Da quando ho cominciato ad occuparmi di fotografia quattordici anni fa la mia passione è sempre stata costante. Mi occupo di ciò che amo di più, la fotografia sportiva. Perciò devo essere in forma, altrimenti non potrei seguire i miei atleti quando facciamo una escursione in montagna o scendiamo in bici su una pista o qualsiasi altra cosa.

Ad esempio fotografo ogni anno le finali femminili del Campionato di Palla a mano EHF a Budapest e a Colonia quelle maschili. Si tratta di tre giorni per ogni evento. Come fotografo ufficiale EHF ho l’opportunità di correre intorno allo stadio per scattare le azioni di palla a mano in maniera diversa, dato che mi è consentito di scattare da altre angolazioni. Mi trovo sul campo e quindici minuti dopo sotto il tetto, a quaranta metri sopra il campo. Perdo circa tre chili in quei tre giorni solo correndo da una parte all’altra.

Il mio lavoro mi tiene in forma.

 

What sports do you practice? Is it important to practice the sport you are about to document to predict how the action will take place and to figure out what to document?


I still love snowboarding and cross country skating. In summertime i bike unfortunately no skateboarding anymore. I did it when I was young.

Many times I take pictures of something i never shot. In this case I do research before and look in magazines to know what kind of shots are done yet. On top of that I try to creat my own style in each picture. Sometimes it’s nice to have no idea of the sport to be open for new shots. I like the feeling not being pushed by any rules.


Is there an image you are particularly attached to that you would like to tell us the story behind the scenes?


The project called „Two Different Worlds“, whose initial image is titled „Glacier Melting“.


Info about the project:


Two different worlds in one picture- no Photoshop but with a vision, a glass box and the nature. The series is a very complex production, the changes in our nature and environmental pollution in connection with the people. Two different worlds is a series which thematized current environmental problems and the consequences. In one picture you can see two worlds separated through a fragile glas box.One world is symbolized through a person insight the box. Outside of the box is the other world, changed from us.

Fundamental element of all pictures is the glas box. The person inside the box is illuminated and appear as a memorial.The mix with the world outside of this protecting shell makes the pictures very unique.

As photographer who are located in action sport i would like to use my possibilities to show a big audience also critical themes.A documental brochure, making of pictures and the view behind the scenes, interesting video clips and informations of each task will be produced.


Two different worlds – glacier melting:


The melting of our glaciers and the general changes in nature have concerned me for some time. So I am all the more pleased to be able to realise a project which focuses exactly on this topic. The idea of this project is to combine two different eras in one image, yet separating them via a glass box. Outside the box we see the real world – the now. Inside of the box the time period of the early 20th century can be seen, visualised through a skier, in traditional ski clothing from the year 1920 – a time when the glaciers of the earth were still intact and imposing. Back then the Rhone Glacier stretched below the valley floor and has since lost 200 metres in thickness and retreated 1500 metres. It is assumed that in approx. 100 years the glacier will have fully melted away.


Behind the scene info:


After a 2 month preparation process and self construction the box was eventually ready at the end of June 2014. My 5 person team and I headed to the Rhone Glacier in Switzerland. The weather was forecasted as being changeable for the whole week, but it was not possible to reschedule the shoot because of conflicting appointments – there was ony this one chance to complete the shoot.

As a result of my preparations I was already acquainted with some images of the Rhone Glacier in the internet and they were not especially old. When we arrived and were able to take a first glimpse of the glacier I was shocked just how far the glacier had actually retreated. An imposing and impressive landscape, which makes you pause for a moment. In the afternoon the plan was to set up the box, and then to do the shoot first thing the next morning at sunrise.


Now it meant transporting 600kgs of heavy equipment over practically impassable terrain along the tongue of the glacier. Thanks to the friendly and helpful staff of the Rhone Glacier Cave who provided us with a transport machine, we were able to overcome this challenge.


An even bigger challenge however, was the weather.While I searched for a perfect location for the box, it rained continuously and the visibility constantly became worse. I was very nervous, not knowing if it was even going to be possible to take the photo the next morning. The project could not be carried out in pouring rain and bad visibility. Nevertheless, we started to set up the box. I had already set up the box at home in the garden for tests which meant it went quite fast on the glacier, including the setting of the lights. Only the glass panes had not yet been used, but everything fitted perfectly. In the base of the box there is a 1 sqm cavity in which an opal glass plane is placed. This panel enables the object in the box to be illuminated from below. On the ceiling of the box continuous light was provided by a simple LED pocket torch and a SB 900 flash. The flashes place the object – the skier – in a beam of light, much like a monument at night. The effect resembles that of an exhibit in a museum. The first test photos were complete and now we simply had to wait till morning and hope for an improvement in the weather. The photos and video had to be completed during the upcoming morning, because a bad weather front was forecasted, which meant a shoot on the planned reserve day would not have been possible. We covered the box in blankets and a tarpaulin to prevent the glass panes from icing up during the cold night.


After just a few hours sleep the alarm rang at 3am. The first thing we did was take a look outside through the window – great weather – it had stopped raining and I was so relieved! The long preparation work had paid off and we could now set about realising the project. At 4am we were already standing next to the box, each person at his designated spot. The sky slowly changed from its nightly black into a light blue. A herd of ibexes came within 50 metres of us and watched on curiously. Such a spectacle. Now every action had to be just right. The morning atmosphere was breathtaking, but was only brief. The focus was now completely on the box which was positioned in front of this historical glacier. Everything worked perfectly – my plan was a success! A huge thanks to Gerhard, my skier model, who had to stand almost motionless in the box for 2 hours in 5° cold until i had all the photos I needed and gave him the OK to free himself from his “cell”. I also want to thank my team for the super job they did. Without their amazing work this project would not have been possible.


Two Different Worlds - Glacier Melting

What kind of equipment do you use?


I use cameras from Nikon (D850, D5 and the new Z6)

Lenses like 15mm fisheye, 14mm-24mm, 24mm-70mm, 70-200mm, 300mm, 400mm, 35mm 1,4 and 105mm 1.4

Flashes from Profoto with several light shaping tools, Backpacks from FStop Gear, SanDisk memory cards

As well a DJI Mavic Pro2 with two Lume Cubes. This is my new toy for setting lights. Just started yet.

pictures in Folder 3



Is it important to work with flashgun and other artificial light equipment? Do you bring some backup equipment with you?


If I work with lights (it doesn`t matter which sport) I can create amazingly strong images. The light is shaping the picture and that’s what I like.

One example:

When I shoot a jump of a snowboarder on a big kicker while sunset I use one or two flashes to light up the snowboarder and underexpose the picture a bit. The colours gets more stronger, everything lookes more dramatic. So I combine extreme action with an extreme look.

Those images are great for galleries in magazines or advertising.

When i do documentation I mostly don’t shoot with flashes because it looks staged in one way.

Setting up the light and shoot pictures like this takes time and is useless when I go out for adventure trips.

In this case I try to have as less equipment with me as possible. Just 1 camera and maybe 3 lenses.

I need water and food as well plus the rest of the equipment I need for the shoot.



We always talk about what's in the bag, but we talk a little about the bag, which is as important as the rest of the equipment when working in extreme conditions. What do you use to transport your equipment and make sure you bring it home intact?


Since 5 years i am Ambassador of F-Stop Gear. They produce great backpacks who fits perfect for me and my equipment. I have different backpacks with different sizes but mostly i use the 50l Tilopa. I love the inserts inside the backpack called ICU. They have different sizes for different usage. The zipper is comfortable soft to open in all conditions.

I can open the backpack from the backside. Thats very useful. No dirt or snow gets on my back later.

F-Stop is a very good partner and I trust in their products not because I get it for free it’s because I can rely on it.



What is the athlete you most enjoyed working with? Are there any athletes you would like to work with but you have not had the chance yet?


To be honestly there are a bunch of athletes I like to work with and it is hard to point on one.

I like motivated and positive thinking people and athletes. In my opinion shooting with the „super stars“ isn’t

always the same pleasure then shoot with the young guns. It is more for the portfolio.

The „stars“ have a tight schedule and you get them for some minutes when you’re lucky.

Any athletes in the future I would like to shoot? I let everything grow like it grows. I don´t push it to much.

There is nobody on my list at the moment. It is the sport and being out in the nature who’s inspiring me.



I know you work with many magazines. In which of them could we admire your works?


In my career as an action sport photographer i had quiet a view stories, cover or pictures published all over the world in different kind of sport or lifestyle magazines. It changed a bit since i started. Everything goes faster. Many magazines are tight with they budget. Having a big story published is harder then years before.

Many pictures are online.



Here some links of my pictures and videos:


Instagram page:


Two different worlds/ my personal life time project including a behind the scenes video


Nikon D850 campaign video in german:


Wakeboarding for Profoto Campaign


Parcour shooting in Buzludzha for F Stop Gear

video:



In your images we can see the enthusiasm for your job, but also the great work behind it. Being a sportsman yourself has helped you achieving goals in life and career?


Since I started photography 14 years ago my passion is the same. I do what I like most - sport photography. Therefore I have to be fit otherwise I never could follow my athlets when we hike up the mountain or bike down a track or something else. For example I shot once per year the EHF Handball Championsleague in Budapest for the woman final and cologne for men finals. 3 days for each event. As an official EHF photographer I have the chance to run around the stadion to shoot the action of handball on a different way because of other angles I am allowed to shoot. I am on the court and 15 minutes later below the ceiling 40m above the court. I loose around 3 kg in this 3 days for just running around.

My job keeps me fit.

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