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Immagine del redattoreRodolfo Felici

Ogni foto è un messaggio in bottiglia

Aggiornamento: 21 ott 2020

Dalle sabbie di una spiaggia australiana è riaffiorato il più antico messaggio in bottiglia mai rinvenuto finora. L'ha trovato una coppia di coniugi su una spiaggia, e non conteneva una lettera d'amore o una mappa del tesoro, ma un messaggio riguardante un esperimento scientifico sulle correnti, con tanto di latitudine e longitudine, data e nome della nave tedesca da cui era stato lanciato. [la storia completa potete leggerla qui] . Pare che migliaia di messaggi del genere siano stati lanciati dalle navi cartografiche alla fine del secolo scorso, e non è il primo nel suo genere che riaffiora dopo secoli.   

Ieri mi trovavo sul corso di Ivrea, in viaggio lontano da casa per lavoro. Era tarda notte ed ero solo e stanco. Come in Alice nel paese delle meraviglie vedo una piccola scatola poggiata su una panchina, con scritto "aprimi". Con una emozione mista fra paura e curiosità (dentro di me si facevano spazio due pensieri "chissà potrà mai contenere" e "cosa potrà mai succedere") ho seguito il suggerimento. Al suo interno, piegato accuratamente, vi era un biglietto su cui un ignoto poeta (probabilmente una poetessa a giudicare dalla calligrafia) aveva scritto il messaggio che potete leggere in foto.

Ovviamente ho ripiegato accuratamente il foglietto e rimesso la scatolina al suo posto pronta per sorprendere il prossimo temerario lettore. L'ignoto autore/autrice di quel messaggio era riuscito, con un piccolo gesto poetico, nell'intento di regalarmi una emozione e di cambiarmi l'umore, fornendomi al tempo stesso uno spunto di riflessione. Ogni foto è un messaggio in bottiglia. Al momento dello scatto non sappiamo chi leggerà quel messaggio né quando, o se sarà in grado di comprenderlo e se gli giungerà integro. Non sappiamo neppure quale sarà il contesto culturale in cui verrà letto. Possiamo solo fare ipotesi su chi lo leggerà nell'immediato futuro, ma non sappiamo assolutamente chi potrebbe farlo fra cento anni o più. È questo il fascino della fotografia, e dei messaggi in bottiglia.

Ogni volta che premiamo il pulsante di scatto stiamo gettando un messaggio nel mare di immagini prodotte ogni singolo giorno dalla prima foto di Niepce ad oggi. Il messaggio, invariabilmente, ad un certo livello di analisi, è sempre il medesimo: "io c'ero, ed ho visto questo". Tuttavia una foto non può raccontare i suoni, l'umidità, il profumo e la temperatura dell'aria in quel momento, o l'umore del suo autore. Era arrabbiato, allegro, deluso o innamorato quel giorno? Può raccontare tutto questo solo attraverso l'immagine, la rappresentazione sintetica di una parte molto circoscritta di realtà.

Si direbbe quasi che una foto non possa raccontare le emozioni, almeno non in maniera diretta. Eppure può farlo attraverso la poesia. Neppure allo stesso autore della foto è dato di rivivere l'emozione propria di quel momento, se non attraverso il ricordo e la rappresentazione. L'autore può decidere di inviare un messaggio con scopi strettamente pratici, come chi lanciò la bottiglia dalla nave tedesca un secolo fa, o con finalità poetiche. L'ideale sarebbe tendere ad una sintesi fra le due cose. Lo strumento utilizzato per scrivere ed inviare il messaggio ha una importanza molto relativa. Ci si può affidare ad una bottiglia di whisky o ad una scatola di cartoncino abbandonata su una panchina per inviare un messaggio. Il contenuto è infinitamente più importante del mezzo usato, poco importa che una foto sia scattata con una reflex da diecimila euro o con uno smartphone, che sia registrata da una pellicola o da un sensore. Quel che conta è che sia capace di generare un'emozione. La storia del blues insegna che con vecchie chitarre e pianoforti scordati si può creare della grande musica e dar vita a nuovi linguaggi, nel caso specifico la musica rock. L'emozione legata al gesto poetico, come una pietra che rotola, non si ferma e genera effetti a cascata a distanza di tempo, capaci di incidere nel mondo. La piccola sorpresa di questa notte mi ha portato a scrivere oggi queste riflessioni, che ora affido alle pagine del nostro blog di fotografia, sperando vi siano di ispirazione per il vostri personali gesti creativi, che questo avvenga fra un giorno o fra cento anni. 

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