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Gianluca Laurentini

Intervista a Roberto Moiola, il mago del paesaggio



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Benvenuto Roberto sulle pagine di Fotografiamo.net e grazie per aver accettato un’intervista sul nostro blog di fotografia. Fotografo di viaggio con la passione per la montagna ed il nord Europa, presidente e socio di un’agenzia fotografica, accompagnatore di viaggio ed istruttore fotografico, puoi raccontarci brevemente come è scattata in te la passione per la fotografia?


Molti anni fa, dapprima camminando per le montagne che vedo dal giardino di casa, poi attraverso i primi viaggi all’estero. E’ stato automatico, come un istinto che mi ha spinto a voler ritrarre i bei paesaggi che potevo ammirare di giorno in giorno.


Tu hai iniziato con la fotografia di paesaggio in montagna, una categoria molto difficile. Oggi ti occupi di fotografia di viaggio a 360°, quali sono le differenze e le analogie fra i vari tipi di fotografia?


L’approccio da utilizzare quando si fa fotografia in montagna è diverso ovviamente da quello da adottare mentre si è in viaggio. In montagna mi dedico essenzialmente al landscape puro, nei viaggi cerco di inserire anche la componente reportage che ritengo essenziale quando devo raccontare un luogo. Per entrambi è però necessario un grande planning e avere buone idee, altrimenti si rischia di produrre uno scatto che va a finire tra i tanti scatti che ogni giorno il sistema social ci sbatte sul monitor dei nostri smartphone.


Essere originali fotografando una città è un’arte difficile, pensi che ci sia ancora spazio per essere innovativi in questo campo?


Si, sembra difficile da credere ma c’è modo di essere artisti anche in città. E’ un bene fotografare sia in ambienti wild che in situazioni prettamente rurali, si finisce per usare tecniche apprese in un campo e applicarle nell’altro, trovando così risultati curiosi. In città però se si vuole fare qualcosa di diverso occorre trovare location meno usuali, per farlo mi è capitato di finire ad arrampicarmi e ficcarmi in situazioni assurde pur di fare uno scatto. Diciamo al limite del regolamento.



Mi capita spesso di parlare con ragazzi giovani appassionati di fotografia e dico sempre loro che la cosa più importante è che la fotografia, anche quando diventa un lavoro, rimanga la prima passione. Insomma che ci sia la gioia nel fotografare sopra ogni altro aspetto. Ti ritrovi in queste parole? Tu ti diverti ancora dopo tanti anni nel fare le fotografie che scatti?


Io mi diverto sempre moltissimo, in fondo è una passione anche per me. Mi piace quando nei photo travel la gente mi dice che sono io il più eccitato quando si parte il mattino.. e anche quando si torna la notte! E’ un’attrazione per me, qualcosa che mi fa rilassare. Forse avessi fatto altri generi avrei già smesso da un po’, il landscape invece mi rende libero e creativo.


Una domanda provocatoria: oggi chi si occupa di fotografia di viaggio è praticamente obbligato ad avere una presenza sui social e capita che sotto ad una bellissima foto appaiano commenti come: “che bel posto” o “che fortuna”, come se la pervicacia nel tornare in un posto più volte per trovare le condizioni migliori, lo studio preliminare o le capacità tecniche passassero in secondo piano, tu che ne pensi di questo aspetto? Fa semplicemente parte del gioco?


E’ vero, per non parlare della domanda “ma che fotocamera hai usato per fare una foto così bella”. Ci sta, non tutti sanno cosa c’è dietro ad una fotografia ed è meglio così, altrimenti ci sarebbero ancor più bravi appassionati di quanti già oggi il mondo della fotografia sforna ogni giorno.


Pensi che ci sia un posto nel quale ogni appassionato di fotografia dovrebbe andare almeno una volta nella vita?


Prima di tutto bisogna andare in quei luoghi dove la macchina fotografica diventa un oggetto che ci accompagna e non il fine del viaggio, altrimenti un appassionato che non raggiunge il risultato sperato finisce per allontanarsi subito da questa bella passione. Quindi i luoghi iconici sicuramente, io tornerei mille volte nei parchi americani, anche se da 15 anni non ci metto più piede perché ho preferito viaggiare nel Nord Europa ultimamente.


Tu hai due splendidi bambini, oltre alla fede calcistica per la AS Roma gli stai insegnando anche cos’è la fotografia? Saresti contento se un giorno proseguissero sul tuo stesso percorso fotografico?


Grazie, almeno loro sono usciti belli :D Comunque io non spingerei mai un figlio a fare quello che piace a me, una persona sarà davvero felice se ha scelto in autonomia cosa fare nella vita. Ad uno piace il calcio, all’altro la musica, entrambi amano viaggiare. Tutte cose che comunque mi appassionano!


A noi piace parlare non solo di fotografi, ma anche di fotografie: c’è una fotografia dietro la quale c’è una storia particolare, alla quale sei particolarmente affezionato per un motivo o per la quale hai semplicemente qualche aneddoto simpatico che ci vuoi raccontare?


Sicuramente lo scatto rubato della persona peruviana che bacia il suo lama per le strade di Cusco. Ogni volta mi ricorda quel viaggio in compagnia di un amico con il quale ho condiviso molti dei miei primi viaggi e che purtroppo ci ha lasciati.


C’è invece una fotografia di un altro autore, passato o recente è indifferente, che ammiri tantissimo? Una singola foto che ti sarebbe piaciuto aver scattato tu.


Il mio autore preferito è Fortunato Gatto perché ha uno stile di fotografia tutto suo. Non c’è una sua fotografia in particolare, molte delle sue doppie esposizioni in camera sono una gioia e un inno alla fotografia e alla bellezza della Natura, proprio come lui vuole. Anche Marco Gaiotti, se penso agli animali ambientati, è un autore a cui mi piacerebbe ispirarmi se quello fosse il mio genere.


La fotografia digitale è sicuramente il presente della fotografia, ma oggi c’è un ritorno alla fotografia analogica da parte di molti giovani, pensi sia una moda momentanea o in futuro le due forme convivranno?


Credo che i costi alti dell’analogico non permettano grandi sviluppi o ritorni in tal senso, come in ogni cosa c’è sempre spazio per i romantici del Retrò, ed è giusto così.


La fotografia smartphone produce un quantitativo di foto di gran lunga superiore a quello generato dalle macchine fotografiche tradizionali, cosa ne pensi?


Purtroppo questa facilità di scatto ha rubato inevitabilmente spazio alla creatività, non è un fattore positivo. Si vedono moltissime immagini incredibili ogni giorno ma punterei più l’attenzione sul fatto che la qualità media si è abbassata di molto sul totale delle immagini scattate ogni giorno.


Tu sei la mente dietro l’agenzia fotografica Clickalps. Nel mondo di oggi in cui molti pensano che la crisi della fotografia sia ormai arrivata ad un punto di non ritorno Clickalps estende le sue collaborazioni e pubblica foto in tutto il mondo, qual è il segreto?


Siamo un gruppo giovane e dinamico e soprattutto ce la prendiamo con la giusta serenità. Ho trovato al mio fianco persone giuste, solo così può nascere qualcosa di straordinario, per questo permettetemi di ringraziare almeno i mie due veri soci, Francesco Vaninetti e Marco Bottigelli.


Oggi molti fotografi, specialmente se alle prime armi, si avvicinano al mondo del microstock, dal quale si hanno guadagni minimi, ma che crea una concorrenza spesso più basata sul prezzo competitivo che sulla qualità delle fotografia. Puoi dirci la tua opinione al riguardo? Consiglieresti a un giovane di mettersi alla prova con il microstock o gli suggeriresti di crescere aspettando di poter ottenere qualcosa di più?


Il microstock è una conseguenza inevitabile dell’alto numero, come si diceva prima, delle foto scattate ogni giorno. Bisognerebbe farsi una cultura prima di decidere dove inserire le proprie immagini, solo così una persona penserebbe a ciò che sta facendo, purtroppo oggi si pensa che già poter pubblicare una foto sia un traguardo incredibile e spesso questo avviene persino gratuitamente. Poi col tempo si cambia idea e si capisce di essere stati sfruttati. Non c’è un organismo che garantisce qualità come in molti lavori del mondo, questo è un mercato troppo libero e non possiamo tornare indietro ai tempi in cui ti pagavano per viaggiare e portare a casa un servizio.


Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato, Roberto. Vuoi indicare a chi non conosce le tue fotografia i modi per rimanere sempre aggiornati sui tuoi lavori fotografici?


Grazie a voi, sicuramente il mio sito www.sysaworld.com e la mia pagina su Instagram.




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