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Immagine del redattoreRodolfo Felici

I paesaggi fuori dal tempo di Tommaso Di Donato


Ospitiamo sul nostro blog di fotografia una intervista esclusiva a Tommaso di Donato, un fotografo di paesaggio che vive Bologna, capace di catturare atmosfere fuori dal tempo.

Che importanza ha nel tuo lavoro la fase progettuale? Come scegli in anticipo il luogo, l'atmosfera e la luce adatta ad una foto?

Mi fa piacere che tu me lo chieda, anche perché questa cosa è stata al centro di una mia riflessione proprio ultimamente. Riguardo la pianificazione (o se preferisci la fase progettuale), sono maniacale. Molto difficilmente scatto senza prima essermi abbondantemente documentato sul luogo, ed aver cercato quante più informazioni possibili: come raggiungerlo, come è esposto o orientato, qual è la luce migliore e se è possibile creare le occasioni che mi sono prefigurato nella mente. Spesso mi aiuto anche cercando altre foto in rete. Se si tratta di luoghi non troppo lontani, preferisco sempre fare un sopralluogo. D’altra parte questa è per me quasi una necessità: amo il mare e i paesaggi che ci regala, ma purtroppo non abito vicino alla costa. Ogni uscita fotografica è per me una trasferta, quindi cerco di massimizzare i risultati, scegliendo con maniacalità non solo il luogo, ma anche la data (per avere condizioni ottimali sia di giorno, con le maree, sia di notte per gli stellati).

Ci sono delle immagini legate ad una emozione particolare per te, o che hanno determinato un momento importante nella tua o crescita artistica?

Si, ci sono certamente delle immagini a cui sono fortemente legato. Una di queste è “minimal”. E’ uno scatto nato per sbaglio, durante appunto un sopralluogo alla Sacca degli Scardovari, ma che è risultato perfetto, completo nella sua semplicità (lo scatto non è stato praticamente ritoccato, era già perfetto in macchina). C’è anche una serie a cui sono fortemente legato, realizzata all’Isola del Giglio, che per una serie di casualità segue l’isola da prima del famoso incidente della Concordia fino alla sua rimozione.

Qual'è per te lo scopo ultimo della tua ricerca artistica?

Dare modo a chi osserva i miei lavori di vedere il mondo in una dimensione diversa. Suona scontata come affermazione, ma mi rendo conto che spesso io vedo proprio cose che gli altri non colgono, o che almeno colgono differentemente. Parafrasando un famoso film… io vedo delle cose belle.

Che importanza dai importanza all’attrezzatura? Cosa utilizzi e perchè?

Questa è una domandona! Non sono un fanatico della marca. L’attrezzatura è importante, è oggettivo che possa fare la differenza, negarlo sarebbe una ipocrisia, ma è altrettanto vero che ho visto gente discutere su quanto rumore ci sia in uno scatto “tirato” a +6ev, comparando una macchina ad un’altra. La stessa gente che non raddrizza l’orizzonte. Per quanto riguarda la mia attrezzatura, posso dire che l’ho scelta non tanto per le prestazioni, ma perché risulta molto comoda e adeguata al mio genere di scatti. Scatto con una Sony a7R: visto che spesso devo camminare per raggiungere i luoghi dove scatto, volevo una mirrorless per le dimensioni e i pesi. La serie R mi garantisce dettagli incredibili, e una straordinaria gamma dinamica (che per me è l’unica cosa che davvero conta in un sensore). Come lenti, ho un corredo abbastanza eterogeneo: vado dal super economico Samyang 14mm f/2.8 per le foto notturne, al Sony SEL16-35Z. In genere comunque preferisco le lenti manuali, e i grandangolari spinti. Faccio un uso molto intensivo dei filtri: per me l’ideale è avere uno scatto “buono” già in camera, e per questo i filtri a lastra sono insostituibili! Dopo aver provato diverse marche, sono finalmente approdato a Haida, che con la serie NanoPro MC ha fatto davvero un lavorone!

Quali libri o autori consiglieresti di studiare, o di tenere d’occhio nel caso si tratti di autori emergenti.

Purtroppo, lo ammetto, non ho una cultura fotografica né artistica. Conosco pochissimo dei fotografi “famosi”, e il senso estetico l’ho costruito in maniera assolutamente autonoma. Per questo forse devo ringraziare mia madre, che viene dall’istituto d’arte: ha sempre capito la mia difficoltà nell’approcciare l’arte in maniera tradizionale, e (evidentemente) ha saputo darmi input giusti, tali da formare il mio gusto personale.

Per quanto riguarda gli autori da seguire (che non posso assolutamente considerare “emergenti”, ma sicuramente poco noti, purtroppo) posso suggerire Swee Oh, Dominique Dubied , Vassilis Tangoulis Moises Levy, Michel Rajkovic, Julia Anna Gospodarou… oltre ovviamente ai nostri Francesco Gola e Alessio Andreani!

La fotografia è per te un percorso di ricerca personale?

Si, senza ombra di dubbio. La fotografia è un mezzo attraverso cui posso chiudermi inizialmente in me stesso (il momento della pianificazione e poi dello scatto) per poi aprirmi al mondo esterno (selezione, post produzione e condivisione). Vivo con intensità questa dicotomia, in cui passo da una condizione interiore al suo opposto. La cosa strana è che, per lo stesso scatto, tra una fase e l’altra a volte possono passare anche mesi. Inoltre la fotografia rispecchia completamente i miei stati interiori: non solo la post produzione (che, come sappiamo, nel corso della carriera di un fotografo cambia molto, a seconda della fase della vita in cui si trova), ma anche il genere. Sicuramente posso definirmi un fotografo paesaggista, ma in determinati periodi (spesso in concomitanza di cali di ispirazione, o nei momenti in cui sono meno soddisfatto del mio lavoro) cambio completamente genere. Amo dedicarmi al ritratto, nei momenti più introspettivi. Oppure alla fotografia architettonica o meglio ancora al fine art più tradizionale.

Il debito maggiore verso la fotografia è proprio l’avermi consentito di entrare in contatto con persone davvero eccezionali: fotografi conosciuti online, scambiandosi opinioni, che poi sono divenute amicizie vere, reali e sincere. Che superano barriere di spazio e di tempo.

Tommaso Di Donato è un fotografo paesaggista di base a Bologna. Ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali (Siena International Photo Awards, Moscow International Photo Awards, IPA..) e pubblica regolarmente i suoi lavori su riviste di settore.

La sua fotografia è costruita attorno alle lunghe esposizioni, paesaggi di mare, notturni e fotografia Fine Art.

Pur apprezzando le location famose, da sempre la sua preferenza va ai luoghi in cui si possa raccontare storie intime e personali.

E' uno degli ambassador mondiali per il marchio Haida (filtri e materiale fotografico)

1 maggio sarà con lo stand de "Il Fotoamatore" alla fiera internazionale del birdwatching e del turismo naturalistico, dove, se il meteo lo consentirà, saranno organizzate passeggiate fotografiche gratuite, per far provare i materiali HAIDA.

Il 19-20 Maggio terrà un workshop in Val D'Orcia.

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