Alessandro Frezza | Evocare mondi attraverso le immagini
“La qualità principale richiesta ad un fotografo è quella di sapersi adattare ad ogni situazione. Con ogni persona bisogna utilizzare una maschera diversa, ed un approccio differente.”
Cosa ti ha affascinato di questa professione? Perché hai deciso di intraprenderla? La bellezza ed il piacere di poter interpretare a modo mio ciò che vedo è la cosa che più mi ha affascinato fin dall’inizio. Cento fotografi posti di fronte alla stessa scena scatteranno cento immagini differenti, perché ognuno di noi ha un modo diverso di osservare il soggetto che ha di fronte a sé.
Nasco come ritrattista. Avrei voluto dedicarmi alla fotografia di natura, ma per diventare un fotografo naturalista sono necessari tempo, pazienza e denaro. Quando ho compreso che per progredire non basta la passione ma sono necessarie solide basi tecniche ho cominciato a studiare in una scuola dove insegnavano due maestri molto capaci, anche se a distanza di anni mi rendo conto che avevano una visione differente dalla mia, come è naturale che sia. Mi sono trovato a lavorare nel settore della moda perché uno dei due maestri, quello che si occupava delle lezioni di pratica, si occupava di questo.
Quali sono le altre figure professionali che entrano in gioco prima, durante e dopo la realizzazione di un servizio?
Le figure sono tante. Lo stilista realizza i capi, e lo stylist si occupa del loro abbinamento. Poi c’è chi si occupa di cercare una location e chi si occupa di realizzarla. Poi ci sono truccatori ed acconciatori. Quando si lavora con aziende medie o grandi c’è un art-director che si occupa di scegliere tutte le figure professionali necessarie alla realizzazione di un servizio, fra le quali c’è quella del fotografo. Ultimamente viene tuttavia sempre più richiesto direttamente al fotografo di organizzare l’intero servizio, e tutte le scelte operative vengono delegate a lui, o quantomeno effettuate insieme al cliente.
Che importanza ha nel tuo lavoro la progettazione? Come scegli in anticipo la location, l'atmosfera e la luce adatta?
Se posso visitare la location in anticipo sono contento, ma l’abilità del fotografo sta nel saper risolvere i problemi ed adattarsi alle circostanze. Di solito decido tutto sul posto, anche perché non è assolutamente detto che la luce del sopralluogo sia la stessa che troverò il giorno della sessione di scatto, né che quella fosse la migliore possibile. Se uno schema di luce non mi dà emozione lo cambio durante il percorso. È tutto molto intuitivo ed emozionale; in ogni location ci sono altre location, in base a come viene fotografata.
Come ti relazioni con il soggetto in fase di scatto? Se c'è un rapporto di sintonia che bisogna costruire, come si può cercare di raggiungerlo?
È importante entrare in sintonia con la persona che si ha di fronte. La qualità principale richiesta ad un fotografo è quella di sapersi ad attare ad ogni situazione. Con ogni persona bisogna utilizzare una maschera diversa, ed un approccio differente. Può persino succedere di dover diventare autoritario ed arrogante, cosa che non amo assolutamente fare ma che è necessario per portare il risultato a casa se il modello o la modella non collaborano, anche perché se il cliente non è soddisfatto la responsabilità ricade sul fotografo. Bisogna usare un approccio differente per ciascuna persona.
Quali foto sono legate ad una emozione particolare per te, o ad una vicenda professionale da ricordare?
In realtà per me ogni foto è legata ad una emozione particolare, perché se così non fosse dovrei cambiare mestiere. Tendenzialmente cerco sempre di divertirmi, anche se ci sono lavori più divertenti di altri, e sono quelli dove ho avuto maggiore libertà operativa.
Quali libri o autori consiglieresti di approfondire?
Dipende molto dal tipo di fotografia che si intende seguire. Per quanto riguarda la moda consiglierei di leggere tutto, da Helmut Newton a David Lachapelle (che sono due mondi completamente differenti). Io cerco di prendere ispirazione e di “rubare” le idee a tutti i maestri della fotografia, i quali sono da intendere come tali per il semplice fatto che ci hanno preceduto. Non sono legato ad un libro o ad un autore particolare: se si vuole capire il mondo della moda bisogna studiare altri fotografi di moda, di qualsiasi epoca e di qualsiasi parte del mondo.
Che attrezzatura utilizzi principalmente?
Utilizzo principalmente una Canon EOS 1 DX MK 2. Come ottiche prediligo il 70-200 IS 2, il 50 f1.4, il 24-105 f4 ed il 17-40 f4.
La professioni legate a fotografia e comunicazione stanno attraversando un periodo di grandi cambiamenti e rapide trasformazioni. Che consigli ti sentiresti di dare a chi sta iniziando ad affacciarsi in questo universo?
Il primo consiglio è quello di imparare a fondo la tecnica fotografica ed almeno un programma di fotoritocco. Inoltre è necessario studiare bene comunicazione, il che è fondamentale nel rapporto con i clienti e con il mondo che ci circonda. Infine è necessario avere un gran fegato ed una grande passione, perché si tratta certamente di un lavoro che non si può affrontare come un qualsiasi altro lavoro. Va affrontato con grande passione e divertimento. Per un periodo mi sono allontanato dalla fotografia di moda per lavorare nel settore della cronaca rosa. Era un genere che non mi emozionava affatto, ma quella parentesi mi è stata utile per imparare a vedere quello che succede davanti, intorno e dietro lo scatto, cosa che non tutti i fotografi fanno, e che invece è indispensabile per la composizione. La composizione è alla base di ogni buona foto.
La fotografia è stata per te un percorso di ricerca personale? Ti ha aiutato a conoscere meglio te stesso e il prossimo? Ti ha aperto delle strade o opportunità inaspettate?
Da quando ho intrapreso questo mestiere sono cambiato tantissimo, ho dovuto approcciarmi alla vita in modo diverso ed imparare ad utilizzare le maschere giuste al momento giusto. La fotografia è un percorso che ho affrontato in parallelo a quello delle arti marziali; ho deciso di mollare tutto e di intraprendere questa professione da un giorno all’altro grazie alle parole di una persona che stimo e seguo moltissimo da tanti anni e che vorrei ringraziare, Roberto Sforza. Oltre venti anni fa mi disse di dedicarmi a ciò che amo di più, con coraggio ed impegno, senza aver timore delle difficoltà. L’altra persona che vorrei ringraziare è mio figlio, che ha deciso di seguire le mie orme nonostante il periodo di grande trasformazione della professione, e questo è per me fonte di grande gioia.
L’attività di Alessandro Frezza come Fotografo inizia alla fine degli anni ’80 un po’ per gioco, un po’ per passione, ma diventa ben presto una vera e propria attività professionale, grazie alla quale può esprimere al massimo la sua creatività in modo nuovo e dinamico.
Lavora da subito come fotografo di Moda sia nei Calendari Istituzionali di AltaRomaAltaModa che in collaborazione con Stilisti, Brand ed Aziende del Fast Fashion italiano, quali Gianni Calignano, Gai Mattiolo, Gattinoni, Paola D’Onofrio, Tilù, List, Taglia 42, NYC Industry, Verdis e molti altri. Realizza i suoi servizi fotografici senza mai tralasciare le richieste e le necessità dei Clienti ma soprattutto sempre in accordo con le esigenze della Comunicazione e dell’Immagine.
Non mancano, inoltre, le pubblicazioni con alcune tra le maggiori Riviste di Settore quali Collezioni, Elle, Book, White Sposa e Sposabella.