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Gianluca Laurentini

EOS M50, la prova sul campo!

Il 2 maggio scorso sono stato tra gli invitati ad effettuare il test della nuova mirrorless Canon EOS M50, è stata una prova sul campo molto particolare, di quelle che non si dimenticano facilmente e vi riporterò le mie impressioni avvisandovi sin da subito che chi è stato abituato a leggere i miei test completi sulla rivista Fotografare negli scorsi anni qui troverà una semplice prova sul campo di una serata, poi speriamo che Canon ci dia la possibilità di provare nuovamente questa mirrorless fra qualche settimana in modo da poterla testare in condizioni molto diverse fra loro permettendomi di darne un giudizio più completo.

IL POSIZIONAMENTO DI MERCATO

Chi ha letto i miei test sa che sono un po’ ossessionato dal posizionamento di mercato degli apparecchi fotografici che provo e tendo ad indicarlo ogni volta, questo per un motivo molto semplice: se non si sa che fascia di mercato un prodotto andrà ad occupare il test risulterà falsato da aspettative irreali e molti youtuber e blogger sembrano non capire che non si possono usare criteri univoci per una macchina da portare sempre in tasca ed una superprofessionale. La EOS M50 si posiziona quindi a metà strada fra la EOS M100 e l’accoppiata formata da EOS M5 ed EOS M6. Se le ultime due nonostante il formato APS-C del sensore puntano ad una clientela evoluta, la EOS M50 risulta più vicina alla EOS M100 ed è in tutto e per tutto da considerare un'amatoriale, ma nel senso più nobile del termine. Anche il prezzo ce lo suggerisce visto che la EOS M5 solo corpo attualmente sul listino la troviamo ad € 1029.99 mentre la EOS M50 ad € 605.99.

LE CARATTERISTICHE E LE NOVITA’ ASSOLUTE

Come avevo scritto in un precedente post, non sono stati sicuramente i 24 megapixel del sensore APS-C ad impressionarci visto che come sappiamo oggi le fotografie non vengono quasi più stampate, purtroppo, ma caratteristiche ben più concrete come l’esordio del nuovo processore Digic 8 od il fatto che questa sia la prima fotocamera mirrorless Canon in grado di filmare in 4K. Che strizzi l’occhio agli appassionati di video si capisce anche dal fatto che sia dotata di presa per un microfono esterno. Oggi le funzioni video sono fortemente ricercate dagli utenti più giovani, sono sempre di più i vlogger che hanno bisogno di fare foto e video con un dispositivo piccolo, versatile e semplice da usare. Se questi ragazzi abbiano veramente bisogno del 4K per un vlog è un altro discorso, ma la cosa fondamentale per Canon era probabilmente quella di non perdere terreno rispetto ai prodotti Sony e Panasonic che questa risoluzione video la incorporano da tempo anche su prodotti piuttosto economici. Per gli appassionati del comparto video c’è anche la funzione slow motion a 120 ftg/sec, anche se limitato al formato HD 720. Interessante anche la capacità di scatto a raffica che permette di arrivare a 10 ftg/sec con AF bloccato o a 7,4 ftg/sec con AF attivo. In un mondo ossessionato dalla condivisione immediata di contenuti c’è anche la possibilità di trasferimento automatico delle fotografie direttamente verso lo smartphone, permettendo così di condividere delle vere e proprie fotografie che non si limitino ad essere solamente dei contenuti come troppo spesso accade. Confermate le ormai per Canon onnipresenti tecnologie Dual Pixel CMOS AF e la connessione Wi-Fi/NFC.

La novità più importante l’ho però lasciata per ultima, si sa che le prelibatezze non possono essere gustate per prime altrimenti poi si rischia di non godersi il resto: debutta sulla EOS M50 il nuovo formato RAW Canon CR3, che in futuro andrà a sostituire il CR2 che oggi troviamo su tutte le fotocamere del marchio nipponico e che a sua volta aveva sostituito il formato CRW. Introdurre un nuovo formato (per fortuna già supportato da Photoshop e Lightroom dai primi di aprile) da parte di Canon vuol dire che ci sarà un passo avanti che potremmo apprezzare sicuramente sulle future professionali, ma soprattutto è accompagnato dal nuovo formato compresso C-RAW che permette di risparmiare circa il 30% di peso del file senza perdita di qualità.

LA PRIMA PRESA DI CONTATTO

Per me che avevo già provato sia la Eos M5 che la Eos M6 c’è stata subito una certa familiarità anche con la M50, ma qui rispetto alle due sorelle maggiori non ho ritrovato lo stesso numero di funzioni attivabili direttamente con un pulsante ed anche se è presente un comodo touch screen per accedere alle funzioni per chi normalmente usa delle reflex professionali è difficile abituarsi a dover staccare l’occhio dal mirino ogni volta che si vuole cambiare un’impostazione. Le dimensioni sono contenute, appena 116,3x88,1x58,7mm, così come il peso che è di 387 grammi per la versione nera e di 3 grammi in più per quella bianca. Un motivo in più per scegliere la versione nera!

Appena accesa la macchina per la prima volta viene richiesto se usare il menù standard o quello semplificato di nuova generazione che ritroviamo su tutte le fotocamere dedicate agli amatori. Io ho optato per la versione standard che trovo molto familiare e facile da usare, ma vedendo alcuni instagrammer presenti alla serata che andavano in visibilio per un menù che spiegava loro che in priorità dei diaframmi si poteva gestire manualmente il diaframma ed influire in questo modo sulla profondità di campo ho capito che forse c'è veramente bisogno di menù del genere per un pubblico di massa che si affaccia alla fotografia venendo da quella smartphone.

Il mirino è di quelli ultradefiniti da 2,36 milioni di punti, anche troppo definito rispetto a quella che deve essere la sua funzione, ma di questo non possiamo certamente lamentarci. Non ho riscontrato tempi di latenza, le informazioni essenziali ci sono tutte e sono leggibili. L’autofocus lavora fra -2 e +18 EV, questa capacità di lavorare con poca luce si è dimostrata importante per la prova della quale vi parlerò fra poco.

Ho approfittato della presenza di alcuni obiettivi reflex e dell’anello adattatore da EF ad EF-M per fare una prova. Faccio una premessa: anni fa avevo provato su una delle prime Olympus PEN l’adattatore da micro 4/3 a 4/3 e il comportamento era lento, spesso impreciso, mentre in questo caso gli obiettivi EF sembravano essere fatti proprio per essere utilizzati con la EOS M50. Sono sicuro che anche il sistema micro 4/3 nel frattempo abbia fatto gli stessi passi da gigante e spero di poter fare una prova quanto prima, ma immaginate come possa essere rimasto sorpreso della prova dopo l’esperienza non proprio positiva del passato.

IL CONCERTO

La prova sul campo si è svolta durante l’ultima delle dieci tappe Romane del tour di Jovanotti. Perché proprio durante il tour Jovanotti? Perché è nata una collaborazione fra il cantante e la Canon non solo per quanto riguarda la tournée, ma anche per la registrazione dei videoclip che abbiamo già visto o vedremo prossimamente relativi al disco Oh, vita!

Quando mi hanno detto che avrei dovuto provare la EOS M50 durante il concerto in mezzo al parterre e con l’obiettivo Canon EF-M 15-45mm f/3.5-6.3 IS STM (un obiettivo che avevo già conosciuto con la EOS M6 e che non ti fa sicuramente sognare la notte) ho pensato che Canon ci stesse e si stesse mettendo in difficoltà, un po’ come dirci: “Vi abbiamo iscritto al Rally di Montecarlo, ma dovrete gareggiare con la Panda 4x4 del nonno che non viene messa in moto da due anni”. Insomma ero un po’ scettico della scelta, ma anche incuriosito. Con un sensore APS-C ed un obiettivo non molto luminoso salire con gli ISO avrebbe potuto costituire un bel problema e lo stabilizzatore di immagine può anche far comodo, ma non può fare dei miracoli. Abbiamo preso confidenza con l’attrezzatura prima di recarci al Palalottomatica con un piccolo set allestito nella sala conferenze in cui era presente un giocoliere. Scattare a meno di ISO 800 era impossibile nonostante un paio di luci ed il fondale bianco, ma ciò ci è servito per fare un po’ di pratica con il menù e per questo vi mostro solamente una delle fotografie scattate.

Siamo quindi arrivati al Palalottomatica e prima di entrare è stato possibile scattare qualche foto. Era già quasi buio ed ho scelto una sensibilità di 800 ISO alla quale la EOS M50 ha risposto abbastanza bene.

A quel punto siamo entrati e la situazione si è fatta più critica: luci basse tipiche dei concerti ed il protagonista della serata che non stava fermo un secondo sul palco. Le prime foto le ho scattate a ISO 1600, non appena Jovanotti si fermava a cantare, ma era questioni di attimi perché subito dopo ricominciava a correre da una parte all’altra ed era impossibile non scendere con i tempi, visto che l’obiettivo non è luminosissimo ciò voleva dire inevitabilmente alzare ulteriormente gli ISO. Poi se considerate che con le luci sparate dritte nell’obiettivo spesso uscivano dei flare ho per un attimo pensato di godermi semplicemente la musica e lasciar perdere le fotografie.

Fortunatamente ho continuato a fotografare alzando gli ISO a 3200 e 6400 in base alle condizioni di luce. Il fatto che Jovanotti non stesse fermo un secondo mi ha permesso anche di provare la funzione Touch and Drag AF che consiste nel mettere a fuoco muovendo il dito sullo schermo mentre con l’occhio si guarda nel mirino. Una funzione favolosa che mi stupisco che non venga maggiormente pubblicizzata da parte di Canon. La serata è proseguita ottimamente, con tante foto scattate, cambi d’abito e quella che vi mostro qui sotto è una piccola galleria degli scatti che ho fatto. Considerate che sono tutte foto che provengono da sviluppo RAW e che sono state ridimensionate con base di 1200 pixel per la visione web, ma alle quali ho deciso di non applicare nessuna riduzione del rumore per non falsare il test.

CONCLUSIONI

I risultati parlano da soli: se inizialmente ho pensato che ci fosse stata un po’ troppa spavalderia da parte di chi ha organizzato la serata, devo dire che invece la EOS M50 mi ha piacevolmente sorpreso. Certo con una EOS 5D Mark IV ed un EF 70-200mm f/2.8 i risultati sarebbero stati diversi, ma come ho detto all’inizio qui siamo di fronte ad una macchina amatoriale di buon livello che mi ha permesso di portare a casa qualcosa di più del solo ricordo. Con un lieve intervento di riduzione del rumore molte foto sarebbero pubblicabili su una rivista, il tutto con una mirrorless ed un obiettivo che in vendita abbinata non arrivano ai 700 euro di spesa totale. Se poi consideriamo che il tema della serata era la condivisione veloce tramite Instragram allora possiamo dire che la prova sia stata brillantemente superata. Vorrei poter provare a fondo la EOS M50 in differenti condizioni in futuro per potervi offrire un giudizio più completo, ma penso che un’idea delle potenzialità di questa mirrorless possiate esservela fatta così come me la sono fatta io. Se avrò la possibilità di riprendere in mano la EOS M50 mi piacerebbe testare la differenza fra RAW normali e compressi mettendo la fotocamera su un cavalletto, Canon afferma che non ci sia nessuna perdita di qualità, ma io devo vedere per credere per cui aspetto ad esprimermi in tal senso.

Sicuramente la EOS M50 rimane una fotocamera interessante per i motivi suddetti, ma forse la vera mirrorless che gli utenti Canon attendono con ansia è quella con sensore Full Frame ed innesto obiettivi EF della quale si parla da tempo con insistenza e speriamo arrivi presto. Mi sento di aggiungere che Canon ha presentato sul mercato con la EOS M50 una mirrorless interessante, ma che secondo me per il futuro deve stare attenta a non prendere la strada intrapresa con le Reflex EOS di fascia più bassa, perché frammentare l’offerta può essere un’ottima strategia per permettere ad ognuno di avere la fotocamera adatta alle proprie esigenze, ma alla lunga può anche disorientare il neo appassionato di fotografia che si trova di fronte a prodotti dalle caratteristiche e dal prezzo similari.

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